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A Spalato col dubbio sul modulo e la necessità  di…

Finite le amichevoli, adesso l’Inter inizia a fare sul serio. Tra tre giorni i nerazzurri giocheranno la prima gara ufficiale della loro stagione. L’Hajduk è più avanti come condizione, ma i nerazzurri nel loro precampionato sono...

Lorenzo Roca

Finite le amichevoli, adesso l'Inter inizia a fare sul serio. Tra tre giorni i nerazzurri giocheranno la prima gara ufficiale della loro stagione. L'Hajduk è più avanti come condizione, ma i nerazzurri nel loro precampionato sono imbattuti e hanno alcune certezze importanti che sono emerse anche nel difficile test di sabato contro un Celtic che ha corso e giocato molto duro. Al di là del pareggio, l'Inter ha mostrato di saper soffrire anche in un primo tempo in cui è stata schiacciata nella propria metà campo ed è stata costretta a difendersi senza riuscire a ripartire in maniera efficace. A Spalato quest'attitudine al sacrificio potrebbe essere importante. I nerazzurri non sono al top della condizione, ma a Glasgow hanno finito in crescendo, segnale che la preparazione atletica impostata nei 22 giorni di lavoro sta dando buoni risultati. Capitolo modulo: nei sei test fin qui disputati l'Inter ha giocato spesso con il 4-2-3-1, ma ha provato anche il 4-3-3 (o 4-3-2-1). Il primo è modulo-novità che Stramaccioni vorrebbe utilizzare nella nuova stagione, dopo averlo mostrato spesso in Primavera; il secondo è quello più collaudato. Il test con il Celtic ha fatto capire che, senza un esterno offensivo destro, il 4-2-3-1 non può funzionare. I laterali d'attacco devono provare l'uno-contro-uno, cercare la superiorità numerica, compiti che viceversa in Scozia Jonathan e Coutinho non sono stati in grado di assolvere. Giocare contro un Hajduk con il 4-2-3-1 potrebbe essere un rischio e l'Inter potrebbe finire schiacciata come nei primi 45' di Glasgow. Ecco perché è possibile/probabile che all'esordio in Europa League i nerazzurri puntino sul modulo del passato ovvero sui tre centrocampisti, con due giocatori offensivi alle spalle di Milito. Ripartire dalle certezze del 2011-12 è la soluzione più logica.