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Eto’o, leader nerazzurro: «I miei modelli sono…»

Quello di Pinzolo è stato il primo ritiro italiano di Samuel Eto’o, che non aveva preso parte a quello del 2009 negli States (il suo acquisto non era ancora stato ultimato) e quello dell’anno successivo (Mondiali in Sudafrica)....

Lorenzo Roca

Quello di Pinzolo è stato il primo ritiro italiano di Samuel Eto’o, che non aveva preso parte a quello del 2009 negli States (il suo acquisto non era ancora stato ultimato) e quello dell'anno successivo (Mondiali in Sudafrica). Eto'o è stato un autentico leader e protagonista assoluto, disponibilissimo, mezz'ora al giorno dedicata agli autografi, foto ricordo, doppia presenza nella piazza per parlare ai tifosi e grande presenza nelle iniziative Inter Campus. Samuel è una colonna di quest'Inter, lo conferma lui stesso: «Mi piace sempre di più vivere il calcio per quello che sa trasmettere alla gente; sentire l’emozione dei tifosi; sapere di poter fare qualcosa per regalare anche solo una giornata in più di festa. Questo modo di essere me lo hanno insegnato, con l’esempio, tre grandi giocatori: George Weah, Abedì Pelé e il mio grande amico Webò». Quest'ultimo poco famoso, è un centrocampista camerunense, che ha giocato nell’Osasuna e nel Maiorca, ma per Eto’o, Pierre Achile Webò Kouamo, continua ad avere un ruolo fondamentale: «Lo conosco da tanto, la no-stra è un’amicizia nata e cresciuta dentro e fuori dal calcio, nella nostra nazionale e non solo. Ci lega un rapporto che per me è molto importante. Webò è un professionista incredibile, un bravo ragazzo, un giocatore serio che in campo dà sempre il massimo e che, fuori, è una persona per bene. Mi ha insegnato molto e io non lo dimentico».