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Ferri: “Mercato? Servirebbe un programma. Kucka e Schelotto…”

Riccardo Ferri è intervenuto sulle frequenze di Radio Sportiva per analizzare il difficile momento che stanno vivendo i nerazzurri: “I ko fanno sempre male. Non tanto per il risultato, ma per quanto visto: non ci sono segnali di risveglio....

Daniele Vitiello

Riccardo Ferri è intervenuto sulle frequenze di Radio Sportiva per analizzare il difficile momento che stanno vivendo i nerazzurri: "I ko fanno sempre male. Non tanto per il risultato, ma per quanto visto: non ci sono segnali di risveglio. L´Inter fa fatica nella fase di possesso che era il punto forte ed evidenzia i soliti problemi nel non possesso, storico problema. Manca proprio il lato organizzativo, quando vedo la squadra che perde palla si intravedono segnali preoccupanti, guardando gli errori sulle palle inattive è davvero dura. Aumentano le difficoltà i troppi cambi di panchina, al di là delle capacità dei singoli tecnici, si stanno confrontando con situazione che andava rivista. Dopo la Champions, come il Milan insegnò nel 2007, un cambiamento graduale andava fatto. Ci sono ancora grandissimi campioni che hanno problemi nella continuità, tutti colpiti da infortuni muscolari. Ma le seconde linee non sono ancora all´altezza".

Gli acquisti, quelli giusti, potrebbero aiutare la squadra a risollervarsi e a risalire la china: "Kucka a e Schelotto sono di qualità ma non di statura internazionale, abbiamo ottenuto risultati quando sono arrivati giocatori come Snejder ed Eto´o, dell´età giusta e di esperienza. Negli acquisti frettolosi aumenta l´incidenza di errore. Si dovrebbe stilare un programma: io credo che in tutti i settori, a partire dal portiere, l´Inter si deve guardare intorno per inserire giocatori di valore. Non può spegnersi così ed in questa maniera, che nessuno poteva immaginare. Si deve capire che se si sceglie un allenatore bisogna portarlo avanti, non si può delegittimarlo subito, non si possono più fare errori come con Benitez e Gasperini che si è capito immediatamente fossero considerati dei ripieghi. Da lì poi può partire una rivoluzione graduale".