Luigi Garlando, editorialista della Gazzetta dello Sport, risponde così a Zlatan Ibrahimovic, che aveva definito Mourinho un grande motivatore e aveva detto che un tecnico deve, di fatto, fare solo quello:
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Garlando non la pensa come Ibra: “L’allenatore non deve solo motivare. Mou…”
Luigi Garlando, editorialista della Gazzetta dello Sport, risponde così a Zlatan Ibrahimovic, che aveva definito Mourinho un grande motivatore e aveva detto che un tecnico deve, di fatto, fare solo quello: ‘A che cosa servono gli allenatori...
'A che cosa servono gli allenatori se non a motivare?' , si chiede Ibra. A fare giocare meglio, per esempio. A trasmettere ed allenare un concetto di gioco condiviso, cui anche il fuoriclasse, pur nella libertà del suo genio, deve riferirsi. E' quello che fanno da anni Guardiola al Barcellona e Wenger all'Arsenal. E' ciò che è riuscito ovunque a Van Gaal e che riuscì a Sacchi in modo rivoluzionario. Nell'intervista Ibra chiama 'filosofo' Guardiola in modo dispregiativo. Ma Guardiola non ha bisogno di avere il fuoco negli occhi. Xavi, Iniesta e Pedro trovano le motivazioni nel divertimento di giocare da Barça, si sentono forti di un'idea, non c'è bisogno che qualcuno urli loro nelle orecchie: 'Tu sei il numero uno! Vai e uccidi!'...".
"Il nostro calcio è soprattutto questo, motivazioni feroci, ma estemporanee, e grandi individualità, Ibra, Eto'o, Cavani... Ibrahimovic lo dice chiaro: 'Tutto il Milan attorno a me'. Da noi manca il gioco che dà serenità e continuità, perchè mancano i grandi maestri. Ancelotti, Capello e Spalletti, i migliori, sono in esilio. L'ex cattedra di Capello e Spalletti è passata a un allenatore di bambini. Non è un caso che Ibra faccia spesso fatica in Champions, come le squadre italiane...".
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