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Goran e i gol della storia

Quando dici Goran Pandev pensi ai due gol in campionato e ai mille errori solo davanti alla porta, ti rodi un po’ il fegato per quell’attaccante che alle volte è indisponente con il suo cercare la giocata senza mai completarla; alle...

Alessandro De Felice

Quando dici Goran Pandev pensi ai due gol in campionato e ai mille errori solo davanti alla porta, ti rodi un po' il fegato per quell'attaccante che alle volte è indisponente con il suo cercare la giocata senza mai completarla; alle volte ti chiedi se sia lo stesso giocatore che ai tempi della Lazio era rincorso da tutte le grandi europee e che segnava con una costanza disarmante. Beh Goran è tutto questo, ma qualcosa di più. Con la sua rete di ieri sera il Macedone si è guadagnato di diritto un posto nella storia calcistica europea; sì perchè il gol che è valso il 3-2 non solo ha segnato il passgio di turno per l'Inter,ma a anche completato un operazione di rimonta della gara di andata capitato a pochissime squadre nella storia della massima competizione europea. Per ritrovare una squadra in grado di ribaltare la sconfitta nella gara di andata per poi guadagnarsi il passaggio di turno bisogna andare indietro al 1996 quando l'Ajax di un certo Van Gaal riuscì in tale impresa. A distanza di 15 anni la storia si ripete e porta il marchio di pandev, uno che con i gol pesanti ha una certa confidenza. Se è vero che alle volte non conta la quantità quanto la qualità, Goran incarna alla perfezione questa massima, essendo uun giocatore che con la maglia dell'Inter segna poco, ma quando lo fa non sono mai gol banali. Basti pensare alla rete in Coppa del Mondo che ha contribuito a regalare il successo del trofeo alla squadra milanese.Ora si riparte da qui, per tentare una nuova impres storica, qualcosa cee è già successo decenni fa e che se si ripetesse sarebbe l'apoteosi che consacrerebbe un'Inter leggendaria. Vincere in rimonta questo scudetto sarebbe la ciliegina sulla torta, che porterebbe l'Inter di Moratti a superare addirittura quella del padre Angelo, consacrandola nell'Olimpo del calcio mondiale.