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Guadagno (CorSport) “Handanovic, finalmente il primo vero debutto…”

Dopo quasi un mese di stop Samir Handanovic è finalmente pronto a riprendersi la sua porta e la pesante eredità di Julio Cesar, andato via con non pochi ricordi e vittorie. Il giornalista del Corriere della Sera, Pietro Guadagno fa il punto sul...

Francesco Parrone

Dopo quasi un mese di stop Samir Handanovic è finalmente pronto a riprendersi la sua porta e la pesante eredità di Julio Cesar, andato via con non pochi ricordi e vittorie. Il giornalista del Corriere della Sera, Pietro Guadagno fa il punto sul portierone para rigori arrivato dall'Udinese:"E' vero che il suo debutto ufficiale in nerazzurro l'ha già fatto. Ma, di fatto, si è trattato di un semplice assaggio. Era inizio agosto e, soprattutto, lo scenario era quello dei preliminari di Europa League. E allora non è sbagliato affermare che l'effettiva era Handanovic comincia domani. All'Olimpico, contro il Torino, il numero uno sloveno si riprenderà il suo posto.Quello che è stato costretto ad abbandonare a causa di un guaio al menisco destro, rimediato in allenamento con la sua nazionale. Operato lo scorso 17 agosto, l'ex-Udinese doveva rientrare già con la Roma e in allenamento aveva lavorato intensamente proprio con quell'obiettivo. A ridosso della sfida, invece, in casa nerazzurra ha prevalso la cautela, anche perché poi ci sarebbero state 2 settimane di sosta e quindi di ulteriori allenamenti per perfezionare il pieno recupero.

SCELTA PRECISA - Normale quindi immaginare che Handanovic sia particolarmente carico di riprendere il discorso da dove l'aveva interrotto. Magari non lo darà a vedere, anche perché il suo carattere è decisamente meno espansivo ed estroverso rispetto a quello di Julio Cesar, ma la determinazione non gli è mai mancata. Del resto, sarebbe sbagliato parlare di incognita: Handanovic è indiscutibilmente una certezza ed è approdato in nerazzurro come uno dei portieri più forti del campionato. Una volta deciso di chiudere un ciclo, e quindi stabilito di fare a meno anche di un elemento vincente e carismatico come Julio Cesar, in corso Vittorio Emanuele non hanno avuto dubbi nel puntare su di lui. E prova ne sia il fatto che l'operazione con l'Udinese è stata chiusa già a inizio luglio, quindi con il portiere brasiliano ancora in rosa. Insomma, la scelta era stata fatta e non erano previsti ripensamenti. Ovviamente, la speranza all'epoca era quella di riuscire a sistemare Julio Cesar ben prima dell'ultima settimana di mercato... Ad ogni modo, a ulteriore conferma della fiducia in Handanovic, l'investimento è stato particolarmente sostanzioso: una decina di milioni più la comproprietà di Faraoni.

SPECIALITA' - L'eredità di Julio Cesar resta pesante. Ma il carattere d'acciaio di Handanovic sarà l'arma migliore per sopportarne il peso. Il brasiliano ha segnato un'epoca straordinariamente vincente nella storia nerazzurra (come si può leggere a parte), il portiere sloveno però è pronto e deciso a scrivere la sua di storia, senza farsi condizionare dal passato. E l'amore che il popolo interista ha sempre riversato sul numero uno del Triplete verrà ben presto rivolto pure all'ex-Udinese. Basterà esibirsi in alcune delle prodezze già ammirate quando vestiva i colori bianconeri. Qualcosa si è già visto a San Siro, in occasione del match di ritorno con l'Hajduk. Handanovic ha incassato 2 gol. Uno dei quali su rigore, nonostante la sua specialità sia pararli (14 volte su 37). Ma i suoi interventi hanno impedito ai croati di segnare la terza rete che avrebbe clamorosamente prolungato la sfida ai supplementari.

INTERREGNO - Del rientro di Handanovic ne trarrà giovamento l'intero reparto arretrato, che d'ora in poi si sentirà le spalle decisamente più coperte. Inutile nasconderlo, nelle 4 gare in cui è mancato qualcosa non ha funzionato. O meglio, tutto è filato liscio in trasferta, sia in casa del Vaslui sia a Pescara. Mentre a San Siro sia Castellazzi sia Belec sono incorsi in qualche infortunio.  Ha cominciato il primo, nel ritorno con i rumeni, sballando un'uscita, che ha poi provocato un rigore e pure la sua espulsione. Catapultato in campo, Belec ha dovuto convivere con l'ansia e da uno stato d'animo del genere è nato un altro errore sul secondo gol del Vaslui che ha tenuto in bilico la sfida fin quasi al 90' (poi ha segnato Guarin). Castellazzi si è ripetuto con la Roma: ancora con un'uscita sbagliata, e Marquinho l'ha punito firmando il 3-1 che ha chiuso il match."