Ha parlato anche della stagione che sta per cominciare, Guarin, nell’intervista alla Gazzetta dello Sport:
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Guarin: “Già da piccolo rifiutai il ‘Milan colombiano’. Nella mia testa c’è solo l’Inter”
Ha parlato anche della stagione che sta per cominciare, Guarin, nell’intervista alla Gazzetta dello Sport: “Un tatuaggio per l’Inter? Qui sul polso ho l’Europa League vinta col Porto, con tanto di data. Mi piacerebbe farmene uno così sul...
“Un tatuaggio per l’Inter?
Qui sul polso ho l’Europa League vinta col Porto, con tanto di data. Mi piacerebbe farmene uno così sul polso destro. Un trofeo con l’Inter: sono abituato a credere nelle cose.
Tatuaggi?
Ne ho una quindicina.
Perché sono ottimista quest’anno?
Il progetto, il gruppo che mi creda è fantastico e una squadra che ha fame, qualità e l’ambizione di vincere.
Dovesse risaltare fuori il mio nome a gennaio?
Le spiego come sono. Ero piccolo, in Colombia, e giocavo in una squadretta di proprietà di una banca. La banca fallì, la squadra sparì, si sciolse. Dissolta. Così mi chiesero di andare a giocare in un’altra squadretta, ed era come se sparita l’Inter mi avessero proposto di mettere la maglia del Milan. Dissi di no. Così, di nascosto e senza farlo sapere a mio padre, non mi presentai agli allenamenti per 2 settimane. Insomma: se mi metto una cosa in testa, è quella. Nella mia testa c’è l’Inter.
Cosa mi aiutò quella volta?
Coloro che mi vogliono bene e alcune valutazioni. In questi ultimi 2 mesi ho avuto molto tempo per pensare. E adesso ho capito dove sono. Ancor più di prima.
Paura?
Zero, tranne che davanti a Dio e alla mamma. Ora sono grande, ma fino a quando avevo 17 anni mia madre mi parlava forte (testuale, ndr ), molto forte. Tremavo...».
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