Juan Jesus, intervistato da Tuttosport, ha parlato del derby e anche di altri aspetti molto interessanti: "Ibarbo devastante contro di noi? Nella partita col Cagliari non c'eravamo con la testa e abbiamo regalato tutto noi. Lui è bravo e ha qualità, ma quel giorno l'abbiamo fatto diventare Cristiano Ronaldo.
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Juan: “Abbiamo fatto diventare Ibarbo CR7, resto finché vuole l’Inter. E con Deki…”
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Vidic dice che in Italia ci sono troppi simulatori?
Assolutamente sì: in Premier il calcio è più fisico come piace ai tifosi, per questo viene fischiato chi, simulando, cerca di rovinare lo spettacolo. In Italia devono capire che il calcio è uno sport di contatto, non è il tennis. Gli attaccanti devono accettare di prendere un po' di botte: Cuadrado, per esempio, è un giocatore che si butta appena ti avvicini a lui.
Gervinho? Lui mai, perché è veloce: se non lo prendi, gli devi sparare. Tevez? È l'avversario ideale perché ti mena pure: con lui ho giocato due o tre volte, sempre botte e botte. Lui, se vai sul pallone, non dice niente ma se provi a fare qualcosa di antisportivo, per esempio alzare il gomito, si incazza subito. Con Llorente è lo stesso: le botte si danno e si prendono. Il calcio, per essere spettacolo, deve anche essere un po' una guerra.
Perchè ho scelto la maglia numero 5?
In Brasile ho sempre giocato con la 4 e la 6: la quattro era di Zanetti e la sei l'aveva Silvestre. Quando Stankovic ha lasciato, gli ho chiesto se potevo prendere la sua maglia e lui mi ha detto "prendila e stai tranquillo che farai bene". Ecco, spero di portarla per tanti anni ancora.
Mi piacerebbe fare come Zanetti?
So che è un bell'impegno. Ho 23 anni, magari arriverò a 40: noi all'Inter abbiamo l'opportunità di fare meglio di chi ci ha preceduto. Non so neanche quando scade il mio contratto (2018, ndr) a Milano sono felice e devo pensare al presente e a lavorare per l'Inter. Se poi loro non mi vorranno più, sarà una scelta della società".
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