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Kazan: l’Inter gioca ai confini dell’Europa

Che questo sia uno dei confini dell’Europa, si capisce anche solo camminando per la strada. Kazan, la città che alla sua squadra ha dato il nome di una pietra preziosa, Rubin come rubino, ha una scenografia che confonde gli edifici della...

Riccardo Fusato

Che questo sia uno dei confini dell'Europa, si capisce anche solo camminando per la strada. Kazan, la città che alla sua squadra ha dato il nome di una pietra preziosa, Rubin come rubino, ha una scenografia che confonde gli edifici della vecchia Russia con le moschee dell'Asia, vicinissima. Qualcuno indica un grande palazzo verdastro, e dice, abbassando la voce perfino oggi, che lì c'era il KGB. Ma se anche fosse vero, ormai sarebbe un dettaglio nel fiume di vita giovane che cammina di buon passo per il centro di Kazan, tratti asiatici o capelli biondissimi, tutti che vanno di fretta incontro al futuro. Università, centri culturali, musica.Inevitabile ricordarsi del 2009, della prudente diffidenza di Mourinho nei confronti del club re del Tatarstan, di quando si è arrivati allo stadio per l'allenamento ed era l'ora del tramonto, appena sopra la fine delle gradinate il cielo era spezzato dalle guglie della moschea. Ci avevano dato del filo da torcere, forti di una compagine che non è molto cambiata da allora. Allora, avevano avuto accesso alla Champions League vincendo il campionato russo del 2008, con lo Zenit San Pietroburgo il Rubin Kazan ha spezzato l'egemonia calcistica di Mosca. Ritorno a Kazan, questa volta con il freddo che sta solo iniziando a gelare le notti, al Centralstadium questa sera morderà i muscoli. (SW)