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Kovacic come Boninsegna, Matteoli, Diaz e Stankovic: il croato è nelle storia!

Il gol segnato contro la Lazio, ha catapultato Mateo Kovacic nell’elite dei gol nerazzurri. La prodezza al volo del numero 10 nerazzurro ha fatto ritornare alla mente altri gol strepitosi che di fatto sono entrati nella storia nerazzurra. La...

Riccardo Fusato

Il gol segnato contro la Lazio, ha catapultato Mateo Kovacic nell’elite dei gol nerazzurri. La prodezza al volo del numero 10 nerazzurro ha fatto ritornare alla mente altri gol strepitosi che di fatto sono entrati nella storia nerazzurra. La Gazzetta dello Sport, ne ha scelti quattro ma la lista è molto più lunga. Il primo che viene in mente è quello di Boninsegna: Mantova, gennaio 1972, l’Inter attacca in massa e quel pallone che docilmente sembra cadere a terra viene raccolto dal mancino di Boninsegna. Nemmeno ci si accorge di dove finisca, serve il replay per vedere che va a incastrarsi all’angolino. Difficoltà? Dieci, cento, mille. Bonimba non frena la corsa, trova l’equilibrio in un sospiro. Marini, 13 anni dopo, è al Meazza proprio come Kovacic. E proprio come Mateo affronta la Lazio. Limite dell’area e saetta là, dove Orsi non arriva. L’anno dello scudetto dei record non può incastonare un gioiello di questa categoria. Trasferta di Pisa, ancora inverno. Matteoli scende sulla destra, vede il movimento ad arco di Diaz che cerca spazio attorno a sé. Il pallone ha i requisiti richiesti dalla ditta celeste. Precisione e velocità. Ramon si stacca un metro dall’avversario e ritrae un diagonale da urlo. Gol, applausi, il minimo per un gesto così. Infine, ecco la follia di Stankovic. La squadra è reduce dal Triplete, ma sappiamo che sarà solo l’inizio di una lenta involuzione. E la storia recente nerazzurra sta come un bigino in quella serata. Champions League, quarti di finale. Neuer in versione pre-Bayern e pre-Pallone d’Oro ma sempre in tema di uscite oltre il limite, deposita con la testa la sfera sul destro di Stankovic. Bum: il serbo calcia, folle. Segna, il Meazza trema di gioia. Un’ora e mezza dopo trema di freddo.