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La Grande Inter del passato orgogliosa della vittoria: “E adesso fate il bis…”

Bissare. Come l’Inter di Angelo Moratti che nel ’64 e poi nel ’65 vinse per due anni consecutivi la Coppa Campioni (perché allora la Champions si chiamava così). Questo è l’obiettivo da inseguire. La vittoria del...

Eva A. Provenzano

Bissare. Come l'Inter di Angelo Moratti che nel '64 e poi nel '65 vinse per due anni consecutivi la Coppa Campioni (perché allora la Champions si chiamava così). Questo è l'obiettivo da inseguire.

La vittoria del Mondiale per Club e un 2010 spettacolare hanno inorgoglito anche i campioni nerazzurri del passato. Da 'nonni' a 'nipoti' il cerchio si è chiuso e finalmente l'Inter è tornata ad essere Grande.

Mariolino Corso, eroe della prima coppa Intercontinentale esprime tutta la sua passione per i colori nerazzurri: "Siamo contenti - dice - per Massimo Moratti soprattutto e per il popolo interista: questo trofeo mancava da 45 anni come la Coppa dei Campioni ed era ora che tornasse nella nostra bacheca".

Più nostalgico del 'bei tempi' Luisito Suarez: "Se ripenso a quelle nostre battaglie contro gli argentini, questa finale mi sembra uno scherzo. Persino troppo facile, tanto che ho avvertito la nostalgia per la formula del tempo: Europa contro Sudamerica, andata e ritorno in campi roventi, non in un salotto ipermoderno. Però ora il calcio africano è una realtà e capisco l'esigenza commerciale di estendere la competizione ai Paesi Arabi, all'America, all'Oriente. Insomma, io mi tengo stretti i miei due trofei strappati all'Indipendiente nella loro tana, però sono strafelice per Moratti e per i suoi giocatori che hanno coronato un 2010 strepitoso e possono ancora raddrizzare la situazione in campionato: questa è una vittoria che restituisce ottimo e convinzione per il proseguo della stagione", sostiene l'ex giocatore dell'Inter.

Sandrino Mazzola negli anni '60 realizzò in totale tre reti in due finali: "Su quattro partite, però. Ho saltato lo spareggio del Bernabeu - racconta - perché il Mago mi aveva visto troppo stanco, così mi disse. A San Siro avevamo giocato 72 ore prima, il turnover poteva starci e toccò proprio a me. Sotto questo aspetto ho un po' invidiato Stankovic, inizialmente in panchina, poi però in campo nella ripresa. E adesso posso solo augurare a questi ragazzi di fare come noi: un bis nel 2011.

E quando parli della Grande Inter del passato, il pensiero non può che andare a Giacinto Facchetti. Chissà cosa avrebbe detto di questa vittoria. Chissà cosa avrà pensato dal suo angolo di cielo nerazzurro...