Il giornaista Francesco Perugini di Libero, analizza il momento negativo delle due milanesi: 'Si ritorna subito in campo. Poco più di 72 ore dopo la peggiore domenica del Terzo millennio per il calcio milanese, Milan e Inter provano a rialzare la testa. La sfida più difficile tocca ai rossoneri e non tanto per l’avversario. Il Cagliari ha vissuto un weekend di riposo ma pieno di polemiche. Piuttosto i sardi hanno dalla loro il “fattore campo”: il nuovo San Siro in sintetico misto si è rivelato ostile e il Milan non ha ancora trovato il gol casalingo in questa stagione. Non è andata meglio all’Inter, ko in tre occasioni su cinque tra le mura amiche. E così persino uno serio come Mauro Tassotti, capoallenatore per la squalifica di Allegri (respinto il ricorso), scherza sulla benedizione del prato: «Se può far bene, perché no?». Stasera invece i nerazzurri in casa del Chievo sperano di confermarsi almeno in trasferta. «Guai a dire provinciale», per non suscitare l’ira di Stramaccioni. Ma forse le milanesi dovrebbero trovare proprio l’umiltà delle piccole per ricominciare a correre.
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CESSIONI NON ASSORBITE - Anche perché la sudditanza psicologica di poco tempo fa è sparita con gli addii dei senatori. Guardando alle probabili formazioni del quinto turno, infatti, tra i 22 “rossonerazzurri” non sembra possibile individuare una squadra capace di spaventare la Juve per il titolo, neppure un mix tra le rose al momento darebbe come risultato una realistica contendente per la Juve. Per competere davvero bisognerebbe richiamare i transfughi estivi. Il “Milaninter”o“Intermilan”, sì che farebbe paura. A partire da Julio Cesar, blindato dagli ex rivali Nesta e Thiago Silva e dall’ormai juventino Lucio. Una difesa a tre di livellomondiale e con capacità di costruzione straordinarie. Muscoli e cervello in un centrocampo tutto di ex rossoneri delusi: Gattuso-Seedorf- Van Bommel. Sulle fasce la spinta di Maicon e Zambrotta, oppure la fantasia di Merkel. E, perché no, persino Forlan. In avanti i maggiori rimpianti del Milan, con la coppia mai davvero provata da Allegri: Ibra-Inzaghi. Non resta, dunque, che accontentarsi. E sperare che i due allenatori trovino al più presto una via per uscire dalla crisi.
STRAMA E LA DIFESA A 3 - Non cambia la linea tracciata nemmeno Stramaccioni: «C’è un tempo per la semina e uno per il raccolto. Migliore è la fase della semina, più arriverà un raccolto soddisfacente», dice con saggezza quasi biblica il tecnico romano. Intanto, però, l’Inter vira verso il 3-5-2 con Sneijder quasi sulla linea dei centrocampisti alla ricerca di un maggiore equilibrio: «Se alla seconda ondacambio la rotta della nave meglio scendere», dice Strama,«quando si parla di cicli i conti si fanno alla fine»'.
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