Dalle pagine del Corriere della Sera di oggi Fabio Monti parte col porsi una domanda circa la querelle arbitrale sollevata da Moratti in seguito a Inter-Atalanta di domenica scorsa: «Perché Massimo Moratti fra domenica sera e lunedì pomeriggio ha detto due volte di non credere più alla «buona fede» degli arbitri? Non è il primo dirigente ad alzare la voce contro i fischietti, quando le cose vanno male. È successo mille volte in passato e quest’anno lo ha fatto anche la Juve, dopo la partita con il Genoa, sollevando la questione geopolitica legata alle designazioni di arbitri e assistenti (il mani di Granqvist) e persino l’Atalanta, che domenica sera aveva censurato le proteste interiste, si era lamentata dopo la sconfitta con la Lazio, quandoMarino aveva parlato di un doppio regolamento.Moratti non ha mai pensato che l’Inter di quest’anno potesse vincere lo scudetto. Al di là delle speranze di un presidente, che è sempre convinto di avere costruito una grande squadra, era il primo a sapere che questa sarebbe stata una stagione di transizione (anche se costosa, perché gli investimenti sono stati comunque cospicui), dal vecchio al nuovo e che il vero traguardo sarebbe stato il ritorno in Champions League. In più di un’occasione, in pubblico e in privato, il presidente avevasottolineato le colpe della squadra, in modo anche molto duro (Siena e Firenze). Dopo Udinese-Inter (3-0, 6 gennaio 2013), a Stramaccioni che aveva parlato di una partita condizionata dall’arbitraggio (la simulazione in area a Palacio, invece del rigore a favore dell’Inter), aveva risposto anche con una certa durezza.Domenica sera, in tribuna, nessuno era riuscito a capire il perché di quel rigore, che aveva sconcertato anche gli atalantini. Tutti avevano immaginato che fosse stato punito il contatto Ranocchia-Livaja. Invece è stato Samuel, nello spogliatoio, a spiegare che l’arbitro aveva fischiato a lui un «mani» che non c’era e che nessuno aveva visto (nemmeno i commentatori tv al ventesimo replay). E al presidente sono venuti in mente molti episodi pregressi. Siti e blog di fede nerazzurra hanno contato 16 errori contro la squadra di Stramaccioni e 9 a favore. Non è questa la contabilità di un presidente, al quale sono tornati in mente alcuni episodi pregressi di un recente passato (senza scomodare quello remoto). Il suo pensiero è che gli errori non si contano, ma si pesano e che ogni volta che l’Inter ha provato ad alzare la testa, ha ricevuto un’ombrellata. Haripensato alla partita con la Juve, l’ultima con un rigore a favore (fallo su Milito), ma con il gol di Vidal (fuorigioco di Asamoah) e Lichtsteiner non espulso; al rigore non dato a Ranocchia contro il Cagliari, all’ultimo minuto sul 2-2, due settimane dopo; al fallo fischiato a Milito su Biava in Lazio-Inter; alle squalifiche di Cassano e Guarin per proteste a fine partita; ad episodi assortiti e sempre contrari (il penalty fischiato a favore della Roma), fino al fallo su Cassano contro la Juve e alla partita con l’Atalanta. Prima del rigore inventato, c’era stato il fallo di Kovacic, subito sanzionato con il giallo, con una severità che il presidente ha giudicato sospetta, mentre due episodi dubbi nell’area dell’Atalanta ignorati dall’arbitro centrale e da quello di porta. Il presidente ha sottolineato che «la squadra è fragile», ma ha maturato la convinzione che la direzione di Gervasoni l’abbia resa più fragile.Forse Moratti avrebbe anche frenato, lunedì pomeriggio, se nel frattempo non fossero accaduti fatti da lui giudicati gravi. Si è scoperto che il giudice di porta, Massa, aveva visto che l’intervento di Samuel era regolare, ma non era intervenuto, per rispetto della decisione dell’arbitro centrale. E a metà giornata erano arrivate le frasi del presidente degli arbitri italiani, Nicchi, che aveva suggerito a Moratti di farsi da parte. Questo non se l’aspettava. Oggettivamente, con quello che hanno combinato gli arbitri in questa stagione (errori tecnicamente macroscopici, non solo contro l’Inter, anzi), le dimissioniavrebbero dovuto presentarle altri.
in evidenza
Monti (CorSera) in difesa di Moratti: «Le dimissioni dovrebbero darle…»
Dalle pagine del Corriere della Sera di oggi Fabio Monti parte col porsi una domanda circa la querelle arbitrale sollevata da Moratti in seguito a Inter-Atalanta di domenica scorsa: «Perché Massimo Moratti fra domenica sera e lunedì pomeriggio...
© RIPRODUZIONE RISERVATA