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Moratti e la gestione del ristorante Inter

Bel pezzo su Il Riformista di oggi riguardo la situazione difficile in casa Inter: «All’interista ortodosso, sintesi tra la boria da triplete e la depressione da 5 maggio, dispiace che uno con la faccia e i modi che ricordano Gigi Simoni venga...

Lorenzo Roca

Bel pezzo su Il Riformista di oggi riguardo la situazione difficile in casa Inter: «All’interista ortodosso, sintesi tra la boria da triplete e la depressione da 5 maggio, dispiace che uno con la faccia e i modi che ricordano Gigi Simoni venga licenziato. Dispiace che Gian Piero Gasperini, l’allievo del profeta Galeone, l’uomo di cui José Mourinho disse "è il migliore", debba abbandonare la panchina senza aver vinto, unico nella storia della Beneamata, neanche una partita. Certo, la fatal Novara, la difesa a tre, il trequartista più quotato dalla piazza (Sneijder) costretto a vagare in mezzo al campo alla ricerca di se stesso: Gasperini ha dato un contributo all’avvicinamento al baratro. S’è accanito su un cadavere. Ma non può essere accusato di omicidio. Perché l’Inter è per 3/4 la stessa squadra - più vecchia di due anni - di un ciclo finito. Perché il restante quarto ancora in forma, Eto’o, è stato ceduto sull’altare delle regole del fair play finanziario. Moratti ha fatto come il titolare di un ristorante che ha applicato il divieto di fumo prima dell’approvazione della legge Sirchia, perdendo anzitempo quei clienti che avrebbe dovuto conservare».