No comment: il sito della Juventus ricorda all’Inter la prescrizione

Su uno dei canali mediatici a tinte bianconere, appare oggi la risposta della Juventus alla sfuriata di Moratti dopo il pessimo arbitraggio di ieri a San Siro: «No comment della Juve alla sfuriata di Massimo Moratti, è lungo 72 pagine, ha una data, il primo luglio 2011, e una firma, quella del Procuratore della Federcalcio Stefano Palazzi. L’unica differenza, tra breve etichetta e voluminoso contenuto, è che il «no comment» non è prescritto, essendo stato pubblicato ieri, sul far della sera, sopra la pagina internet del club bianconero. «Scarica qui la relazione del Procuratore Federale del 1°luglio 2011». Basta un click per riaprire la memoria, hanno pensato da casa Juve. L’interruttore per la reazione bianconera l’ha girato Moratti, agitando un paio di concetti che dalle parti di Torino non sono andati giù. Sentendo rispolverare il passato, alla Juve hanno pensato fosse pertinente riprendere dagli archivi l’atto con il quale la Procura della Figc mise sotto accusa, tra le diverse squadre, anche l’Inter, nei confronti della quale furono individuati «fatti, circostanze e condotte» in violazione degli articoli 1 e 6 del codice di giustizia sportiva. Cioè, imputazioni di slealtà sportiva e di illecito. Che poi i peccati fossero stati lavati via dalla prescrizione, in termini di sostanza per la Juve non fa molta differenza. Anzi sì, ribaltando le medaglie dell’Inter in onta: dallo scudetto degli onesti a quello dei prescritti. Il non scrivere alcuna parola, ma citare la relazione di Palazzi, è stata ovviamente una scelta ponderata e che ha messo d’accordo tutti, dentro il club bianconero. In quel documento, arrivato dopo l’esposto di Andrea Agnelli per la revoca dello scudetto interista 2006, per la Juve c’era la conferma di tutti i cattivi pensieri, maturati dopo le intercettazioni rimaste fuori dai tribunali sportivi. Altro processo non si farà perché fuori tempo massimo, ma a qualche bianconero basta un’altra citazione: «L’etica non va in prescrizione», detta il 18 luglio 2011, da Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio».