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Oriali: “Inter? Casa mia, se mi chiamano vado. Ibra? Fu dura ma il vero colpo…”

Intervistato da Tuttsoport, l’ex nerazzurro Lele Oriali ha parlato di Inter a 360°: Come mai i itfosi mi amano ancora? Me lo chiedo anch’io… (ride divertito Lele, ndr ) Perché credo di aver fatto qualcosa di buono prima come...

Riccardo Fusato

Intervistato da Tuttsoport, l'ex nerazzurro Lele Oriali ha parlato di Inter a 360°:

Come mai i itfosi mi amano ancora?

Me lo chiedo anch’io... (ride divertito Lele, ndr ) Perché credo di aver fatto qualcosa di buono prima come giocatore, per diciassette anni partendo dal settore giovanile; quindi da dirigente per altri tredici. Penso sia questo il motivo per cui gran parte dei tifosi interisti gradirebbe un mio ritorno in società.

Se mi richiamassero?

Dopo trent’anni, l’Inter è diventata la mia seconda famiglia. Quindi, se ci fosse una chiamata da parte di Thohir, accetterei più che volentieri. Altrimenti, continuerò a fare il tifoso.

La trattativa più difficile?

Quella con la Juve per Ibrahimovic. Si sapeva che avrebbero dovuto cederlo, anche per la volontà del giocatore, però c’era sotto pure il Milan. Andai a Torino con Branca, c’era Blanc col quale trovammo un accordo per il trasferimento di Ibra e rimasi fino alle undici di sera finché non me lo firmarono. Furono due giorni tirati, con alle spalle la pressione del Milan che lo voleva a tutti i costi.

Il più bel colpo?

Cambiasso preso a costo zero: io e Branca fummo inizialmente criticati perché non giocava nel Real. E poi Maicon: lo vedemmo la prima volta con Mancini e ce ne innamorammo subito.

Il flop?

Quando si lavora, si può anche sbagliare: è successo a noi e, per esempio, è successo anche alla Juventus tre-quattro anni fa. Poi sia loro che noi siamo stati bravi a imparare dagli errori, perché abbiamo puntato più sulla qualità che sulla quantità. Comunque la Juve già da qualche anno è la squadra da battere e lo sarà anche per i prossimi, così come lo siamo stati noi per diversi anni.

Perchè?

Per i vantaggi dati dallo stadio di proprietà, perché hanno idee innovative, per la bravura della proprietà e dei dirigenti nella scelta dei giocatori e perché hanno un tecnico che, in questo momento, nel nostro campionato è il migliore"