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Platinì e il fair play, niente coppe per le squadre con i bilanci in rosso

“Chi sbaglia, paga. Il fair play finanziario è un progetto complesso, ma di vitale importanza per il futuro del calcio. Non si torna indietro”. Platinì prosegue dritto per la sua strada e in barba alle chiacchiere e alle polemiche....

Eva A. Provenzano

"Chi sbaglia, paga. Il fair play finanziario è un progetto complesso, ma di vitale importanza per il futuro del calcio. Non si torna indietro". Platinì prosegue dritto per la sua strada e in barba alle chiacchiere e alle polemiche. Entro i tre anni il progetto sul fair play finanziario andrà in porto e non ci sono ma o se che tengano. Caratteristica principale della riforma introdotta dal Uefa sarà il requisito di pareggio sul bilancio. I conti dovranno quadrare entro la fine del 2012, dalla stagione 2013-2014 partitanno le prime sanzioni. Per essere 'in pari' i club europei non avranno la possibilità di spendere più di quanto si è guadagnato, non potranno avere un deficit maggiore ai cinque milioni di euro, non dovranno esserci arretrati sugli stipendi, sui contributi sociali e nelle somme versate per i trasferimenti di mercato.

"Tifosi e appassionati di calcio non hanno alcun interesse nel vedere scomparire club che fanno parte del patrimonio calcistico europeo a seguito di gestioni dissennate. Occorreva l'intervento di un’autorità, ed è quello che stiamo facendo", sostiene i presidente del Uefa che ha in mente una rivoluzione: campionati d’estate (si gioca da febbraio-marzo fino a novembre) e niente Coppe europee per chi ha i bilanci in rosso. Gli amministratori dei club più importanti d'Europa sono già a lavoro per mettere a posto i conti: il mercato al risparmio degli ultimi tempi è stata la prima mossa.