Una falsa partenza. E la serie di critiche che ne consegue era inevitabile. Il primo a finire nel mirino è stato Gian Piero Gasperini. Lo accusano di 'provincialismo' e 'cocciutaggine' per non essersi adattato alle caratteristiche dei suoi calciatori, per aver tenuto in panchina Sneijder e Pazzini e per aver insistito sulla difesa a tre.
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Repubblica: “Gasperini, sei partite per convincere l’Inter ridimensionata”
Una falsa partenza. E la serie di critiche che ne consegue era inevitabile. Il primo a finire nel mirino è stato Gian Piero Gasperini. Lo accusano di ‘provincialismo’ e ‘cocciutaggine’ per non essersi adattato alle...
A giustificare il tecnico nerazzurro ci pensa La Repubblica: "In realtà, anche se i quattro gol del Palermo hanno certamente come concausa un po' di smarrimento della squadra ancora in fase di apprendistato tattico, attribuire soltanto a Gasperini tutta la responsabilità è fuorviante", scrive il quotidiano nazionale
Anche perché se il tecnico fosse così cocciuto come dicono non si sarebbe ravveduto su Zarate e non avrebbe inserito l'olandese a metà primo tempo. E poi, per quanto riguarda Pazzini, non è stato certo l'attacco a mancare a Palermo.
Quello che non deve essere assolutamente trascurato secondo Repubblica è il dato innegabile del ridimensionamento dell'Inter che ha perso Samuel Eto'o, che ha comprato Zarate e non è la stessa cosa, che non ha Forlan in Champions, che ha giocatori invecchiati e talentini che non sono fuoriclasse. "In tutto questo il compito dell'allenatore non è semplice - assicura il giornale - e Gasp ha chiesto sei-sette partite per plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. Concederglielo è giusto: in fondo perfino Mourinho, partito dal 4-3-3, approdò al celebre 4-2-3-1 vincente attraverso un percorso tortuoso. Ora tocca a Moratti decidere se anche Gasperini, come Leonardo, deve mourinhizzarsi al più presto o se può continuare a inseguire il progetto tarpato dal debutto di Palermo".
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