Anche Andrea Sorrentino su La Repubblica entra in merito al parallelo Stramaccioni-Mourinho: «Stramaccioni è un "predestinato della panchina", come dicono tutti quelli che vivono l’Inter ogni giorno. Un lavoro che lo ha accostato a Sua Maestà Josè Mourinho. Similitudine azzardata e molto giornalistica, ma ora va così, poi è lo stesso Moratti a proporla. Il paragone regge solo per quel mix di atteggiamenti, preparazione, cultura del lavoro e psicologia di gruppo che Stramaccioni ha mostrato in questi mesi, oltre a quel particolare sentimento che si è creato con il pubblico di San Siro. Dicono che Strama, come Josè, viva di calcio. Lo studia 24 ore al giorno. Una delle sue fissazioni è l’analisi meticolosa degli avversari, la ricerca dei loro punti deboli, le contromosse da adottare in base alle caratteristiche tecniche e fisiche dei suoi giocatori e degli oppositori. Le partite, diceva sempre Mourinho, si vincono nei dettagli, e cercando di ridurre quasi a zero gli elementi imprevisti, ossia conviene pianificare e prevedere tutto. Pare che anche Stramaccioni la pensi così. Per questo lo studio dell’avversario è la priorità. Stramaccioni arriva al campo di buon mattino e si riunisce col suo staff. Ha con sé due collaboratori dai tempi delle giovanili della Roma, Massimiliano Catini e Federico Pannoncini, poi ci sono Giuseppe Baresi e Alessandro Nista che allena i portieri. Un altro elemento dello staff è Michele Salzarulo, il “match analyst”, un informatico che si occupa di tradurre in dati e informazioni utili le partite di calcio: è lui il vero trait d’union coi tempi di Mourinho, perché svolgeva lo stesso lavoro già il primo anno della gestione-Mou insieme a Villas Boas, poi continuò da solo. Dopo la riunione tecnica, inizia l’allenamento. In cui c’è una partecipazione totale da parte della squadra. Nel senso che tutti, fin dal primo giorno, hanno ascoltato questo giovanotto di 36 anni che spiegava il lavoro, gli hanno dato retta, si sono fidati: questione di carisma e personalità, o di schiettezza, vallo a capire, ma insomma si è creata un’alchimia particolare. Proprio come accadeva con Mourinho».
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Repubblica: «Il paragone Strama-Mou ci sta se si guarda il suo staff…»
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