Quando i ruoli si ribaltano, ieri sera al Tardini per La Repubblica è stato così: «Il Parma gioca però una gara addirittura raffinata nell’interpretazione tattica e nel controllo psicologico degli eventi, sembra una grande e l’Inter una provinciale che non sa esattamente come raccapezzarsi: il lavoro di Donadoni si vede e si sente. L’Inter è invece alla seconda sconfitta consecutiva in trasferta, e dopo la vittoria di Torino ha ottenuto solo un punto in tre gare: allarme rosso. È serata da tattici e da studiosi, mica da esteti. L’obiettivo primario è la densità del centrocampo, lo sbarramento degli spazi. L’Inter nel primo tempo manovra di più, avrà un possesso palla sovrastante sui rivali, ma senza alcuna pericolosità reale a parte una testata di Cambiasso in mischia al 35’ (salvano Mirante e Valdes): Guarin e Alvarez, i due deputati a creare gioco offensivo e pericoli, sono troppo prevedibili per far male. Dell’Inter colpisce l’improvvisa abulia offensiva, come se le gambe degli eroi di Torino fossero svuotate di energie: non c’è pressing alto, non c’è furia, non c’è inventiva, e non può essere solo per l’assenza di Cassano. Ripresa appena più aperta, per forza di cose le energie scemano e le squadre si allungano un po’. Dopo il gol di Nicola Sansone, la reazione dell’Inter è in linea con il resto della sua partita: inesistente. Meditare, e parecchio».
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Repubblica: «Il Parma sembra una grande e l’Inter deve meditare molto»
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