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Rinaldi: “Simplicio piaceva all’Inter, ma presero Muntari. Adriano? Arrivò…”

All’interno dell’ebook Dietro le quinte del mercato, scritto dal collega di Tmw Alessio Alaimo, è possibile trovare un’interessante intervista a Gilmar Rinaldi, agente FIFA esperto di calcio sudamericano ed ex procuratore di...

Daniele Vitiello

All'interno dell'ebook Dietro le quinte del mercatoscritto dal collega di Tmw Alessio Alaimo, è possibile trovare un'interessante intervista a Gilmar Rinaldi, agente FIFA esperto di calcio sudamericano ed ex procuratore di Adriano. Fu proprio Rinaldi a portare in Italia, al Parma, Fabio Simplicio, centrocampista attualmente alla Roma, ma vicino all'approdo in nerazzurro nella prima stagione di José Mourinho. Ecco il suo racconto:  “Nessuno del Parma sapeva chi fosse, Sacchi un giorno mi ha chiesto un calciatore con determinate caratteristiche così gli ho fatto il nome di Fabio, che all’epoca aveva litigato con il San Paolo e faceva panchina. Arrigo si è fidato di me e ancora oggi siamo amici, grazie a Simplicio”.Dopo Parma il Palermo. Poi l’Inter sfiorata e la Roma raggiunta.“Sei mesi prima di andare alla Roma sarebbe dovuto andare all’Inter, siamo stati nella sede nerazzurra per dieci minuti però poi hanno deciso di prendere Muntari. Era fatta per il prestito di sei mesi. Ma hanno fatto altre scelte”.Passiamo ad Adriano. Come è arrivato all’Inter?“Il Flamengo voleva Vampeta, il cui cartellino era a metà tra Inter e PSG e così io avevo un giovane da dare ai francesi, Reinaldo, che si è trasferito lì. Lavoravo per il Flamengo, dove ho visto giocare all’età di sedici anni Adriano. Sono andato via dopo un po’ per diventare agente e suo padre mi ha chiamato perché voleva che io seguissi il figlio. L’ho portato all’Inter, poi è andato alla Fiorentina in prestito per maturare e in seguito al Parma in comproprietà. Successivamente si è imposto all’Inter”.All’Inter ha vissuto gioie e infine dolori.“Può essere ancora un grande giocatore, ma dipende da lui. Non sono più io il suo procuratore. Però posso dire che è un bravo ragazzo, ma ogni tanta manca negli atteggiamenti. Dopo la morte del padre si è un po’ smarrito”.Ma è arrivata la chiamata della Roma.“Era nel Flamengo, alla Roma avevo detto di non prenderlo perché non stava bene, però hanno insistito. Non so perché abbiano voluto acquistarlo a tutti i costi, non si sono fidati di me che ero il suo procuratore. Al contrario di Sacchi con Simplicio quando ero a Parma. Io, da persona corretta, avevo avvisato tutti, in primis Rosella Sensi”.