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Rocchi: “Vicino all’Inter già  ai tempi di Mou. Quel gesto quando esulto…”

Con Tommaso Rocchi ospite nella Prima Serata di Inter Channel, in onda sul canale 232 della piattaforma Sky, si parla anche di cibo e canzoni: “Mi piace molto il pesce crudo e la fiorentina. Suono la chitarra e mi piace la musica italiana...

Francesco Parrone

Con Tommaso Rocchi ospite nella Prima Serata di Inter Channel, in onda sul canale 232 della piattaforma Sky, si parla anche di cibo e canzoni: "Mi piace molto il pesce crudo e la fiorentina. Suono la chitarra e mi piace la musica italiana - Tiziano Ferro, Eros Ramazzotti -, ma anche i Dire Straits o Eric Clapton. Che cosa mi carica prima di scendere in campo? Ho sempre cercato di ascoltare musiche del film Rocky".

Parlando di soprannomi, Rocchi sorride spiegando che "il Pupi, il Cuchu..appena arrivato ci ho messo un po' a capire chi era uno e chi era l'altro...", mentre a proposito di spiegazioni ecco svelato significato di tatuaggio ed esultanza: "Il disegno che ho dietro l'orecchio è una T gotica, mentre il gesto che faccio dopo il gol è perchè mia figlia, da piccolina, faceva così con la mano. Ogni tanto invece sbuffo o faccio linguaccia perchè lo fa mio figlio piccolo".

Il sorriso sul volto di Rocchi appare anche quando un tifoso gli chiede se e quanto pensi di essere indispensabile all'Inter: "In questo momento è chiaro che sono molto ma molto importante, ma in generale diciamo che mi ritengo un giocatore che può fare bene all'Inter e che sta facendo il massimo per l'Inter. Se penso di esserci anche l'anno prossimo? Lo spero, la mia volontà è quella, ma sono discorsi che si faranno ala fine della stagione".

Una carriera in tutta Italia, Rocchi spiega il perchè di tanto girovagare: "Ho sempre pensato che importasse meno il dove rispetto al quanto, ho sempre pensato fosse importante giocare. Sono partito dalla C2 nella Pro Patria poi ho giocato nel il Saronno, nel Como. Ho girato molto però in tutte le squadre nelle quali sono andato ho sempre giocato e quindi ho avuto modo di migliorare e di giocare continuità. Il migliore tra i compagni che ho avuto? In coppia con Goran Pandev abbiamo fatto benissimo, per pochissimo non siamo diventati il tandem più prolifico della Lazio. Siamo arrivati dopo la coppia Signori-Casiraghi".

Capitolo-infortuni, Rocchi ammette: "Non mi ero mai trovato a vivere una stagione con così tanti infortuni che purtroppo sono stati poi tutti molto ravvicinati. Ogni volta ci capitava che rientrava qualche giocatore, ma ne perdevamo altri. Sono sincero non mi era mai accaduto".

E sui suoi inizi in nerazzurro: "Riconquistare la migliore condizione atletica non è stato semplice, pensavo di riuscirci prima. Sicuramente la condizione la si ritrova anche giocando, i primi mesi ho giocato solo due partite nel girone di andata. Poi ero infortunato ed era come se dovessi iniziare nuovamente dall'inizio, ci ho messo un po' di più, mettici anche l'ambientamento. Dopo 9 anni che sei abituato in una Società il cambio non è stato facile, ma adesso sto bene".

Si parla poi ancora di Zanetti e di come Rocchi lo vedeva da avversario: "Come un esempio. Mi è sempre sembrato un campione che ha dalla sua l'umiltà perchè, nonostante avesse vinto tutto quello che c'era da vincere in campo è sempre stato rispettoso e leale. Se me lo immaginavo così mattacchione? No, quello davvero non me l'aspettavo. Sapevo era simpatico, ma non pensavo fosse cosi ragazzino".

"Il giocatore che mi è sempre piaciuto è Van Basten", racconta Rocchi che poi parla dei suoi compagni di squadra più giovani: "Sono bravi perchè hanno delle qualità e per stare qui devono avere per forza qualcosa più degli altri. Mi piace il loro entusiasmo. Allernarmi con un giocatore giovane, che può avere anche 15 anni meno di me, mi piace perchè mi piace guardare come si allenano, ridono, scherzano, si impegnano. Se do loro dei consigli? Mi capita spesso di parlare con i ragazzi, gli do consigli, ma non troppo spesso perchè poi non voglio rischiare di annoiarli (ndr, sorride)".

In chiusura si parla di passato, di esordi, di tifoserie e di futuro. "Sono stato vicino all'Inter prima dello scorso gennaio, quando in panchina c'era Josè Mourinho - spiega l'attaccante -. Vestire la maglia nerazzurra è una soddisfazione grande. Il mio esordio è stato a Udine e quando sono entrato in campo ogni tanto guardavo la maglia che indossavo, che poi era quella rossa, ed era davvero un onore. Quelle di Inter e Lazio sono due belle tifoserie, gemellate è questo è qualcosa di positivo. Le diversità possono essere nel fatto che alcune volte il tifoso laziale si fa sentire anche fuori dal campo, ma dentro lo stadio il calore c'è dall'inizio alla fine".

E su quello che sarà dopo il calcio giocato: "Sicuramente cercherò di fare qualcosa all'interno di questo ambiente perchè è il mondo nel quale ho vissuto da quando ero bambino, non mi ci vedo ad andare ad avventurarmi in mondi diversi. Il cosa fare non lo so bene, ma mi piacerebbe anche qualcosa di campo, ad esempio con i giovani. In questo momento mi vedo più dentro il campo che come dirigente".