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Rossi: “Inter, a Cesena ottima vittoria. Se si dovesse vincere con il Lecce…”

E’ bastato un gol di testa di Ranocchia, il primo in nerazzurro, perché l’Inter raccogliesse altri tre importantissimi punti in classifica, oltre alla terza vittoria consecutiva, roba che non capitava da sette mesi. Non è ancora...

Daniele Vitiello

E' bastato un gol di testa di Ranocchia, il primo in nerazzurro, perché l'Inter raccogliesse altri tre importantissimi punti in classifica, oltre alla terza vittoria consecutiva, roba che non capitava da sette mesi. Non è ancora rimonta, ma è certamente riscossa o, se preferite, risalita. Distinguo anch'io tra prestazione dal risultato, come ha fatto a fine gara Ranieri. Il risultato è ottimo, perché la vittoria a Cesena è la quarta in cinque partite, mentre la prestazione, ancora una volta, è da rivedere. Anzi, meglio non rivederla proprio e passare oltre, pensando che quella del Manuzzi è stata la terza partita consecutiva senza prendere gol per una difesa che nelle ultime cinque partite ha incassato solo una rete.Purtroppo l'attacco continua a segnare troppo poco: Milito, alla 100.a partita in Serie A si è battuto meglio di Pazzini, ma intanto è arrivato a 85 giorni senza gol. Se non altro a gennaio ci sarà Forlan a tempo pieno, prima ancora di vedere quel che si combinerà sul mercato: poco, mi risulta, ma speriamo che quel poco sia almeno utile.Dopo un primo tempo da sbadigli, nella ripresa, dopo che Coutinho ha già lasciato il posto a Obi, è stato Parolo a svegliare l'Inter. Poco dopo il quarto d'ora Ranocchia, che fino a quel momento era stato messo più volte sotto pressione dal duo Mutu-Eder, se n'è uscito con una capocciata da tre punti su cross di Maicon. Nel finale puntuale miracolo di Julio Cesar su girata al volo di Ghezzal, giusto per mettere i tre punti in cassaforte, poco prima del fischio finale dell'arbitro Romeo.Al di là delle chiacchiere, un mese fa l'Inter, secondo gli ossessionati rivali e i gattacci neri di casa nostra, pareva destinata a lottare per la salvezza fino a fine stagione, mentre ora è in zona Europa League, al quinto posto, addirittura con due punti di vantaggio sul Napoli, che invece avrebbe dovuto lottare per lo scudetto. E adesso a otto punti per la squadra di Ranieri che, rispetto a Gasperini pare Mourinho, non c'è solo il terzo posto, ma pure il secondo!Nel giorno in cui il titolo di Campioni del Mondo passa dall'Inter al Barcellona, resta una sola partita per chiudere il 2011: mercoledì sera a San Siro arriva il Lecce. Se si dovesse vincere, i nerazzurri chiuderebbero per la sosta natalizia a quota 26 punti.Nemmeno un inguaribile ottimista come me l'avrebbe detto. E siccome molti di voi hanno la memoria corta, vi cito un paio di passi di un articolo apparso ai primi di novembre sul Corriere della Sera. All'epoca, cioè poco più di un mese fa, l'Inter aveva appena perso a San Siro con la Juventus e vegetava nei bassifondi della classifica. Sembra passato un secolo, ma (ri)leggetevelo bene, tanto per capire, prima di gare i soliti giudizi definitivi, dove eravamo ieri e dove siamo oggi.Scriveva Fabio Monti: "Per trovare numeri tanto indecenti a quelli attuali, bisogna tornare a prima della Marcia su Roma dei fascisti: stagione 1921-22, quando non era stato ancora inventato il girone unico. L'Inter, con otto punti, undici in meno della Juve, è quartultima in classifica, dopo essere stata superata anche dal Bologna; ha perso cinque partite su nove (due a San Siro); ha segnato due gol in casa e 11 in tutto (meno del Novara), subendo 16 reti (come il Lecce). Un anno fa, i punti raccolti erano stati 18 e storcevamo tutti il naso (...)Invece di pensare agli 84 punti a disposizione, per avviare una specie di training autogeno per tenere alto il morale, sarebbe forse il momento di pensare a come arrivare a quota 40 punti che rappresentano la quota-salvezza, perché questo, e non altro, suggerisce il momento".