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Rossi: “Moratti deve offire qualche testa alla gente nerazzurra”

Se il Novara aveva comunque fatto fatica ad espugnare a San Siro, limitandosi all’1-0, il Bologna invece ci passeggia, chiudendo 3-0 dopo una prestazione terribilmente normale. Se prima era in caduta libera, ora l’Inter non ha più...

Daniele Vitiello

Se il Novara aveva comunque fatto fatica ad espugnare a San Siro, limitandosi all'1-0, il Bologna invece ci passeggia, chiudendo 3-0 dopo una prestazione terribilmente normale.Se prima era in caduta libera, ora l'Inter non ha più manco il paracadute. Anche nel calcio il tempo non torna più, come cantava la Mannoia e la disperata invocazione per José Mourinho nel finale è ormai una canzone d'altri tempi. Fisicamente sfibrata, psicologicamente moribonda, l'Inter adesso è irriconoscibile e Ranieri sempre più in balìa degli eventi, incapace di arrestare un'emorragia tattico-tecnica, davanti alla quale forse sarebbe impotente chiunque. A venti minuti dal fischio finale la squadra era talmente inguardabile nella sua incapacità nel difendere e nel costruire che Moratti ha lasciato San Siro. E, nelle case di molti interisti, ad un certo punto, le TV devono aver cambiato canale da sole! Forzare ora l'ennesimo cambio di panchina, a quattro giorni dal ritorno della Champions League con la trasferta di Marsiglia avrebbe poco senso. Moratti certe sterzate di pancia le ha già fatte, come quando sollevò Cuper all'anti-vigilia di una gara europea a Mosca e finì con un scottante 3-0 per la Lokomotiv, con Corrado Verdelli incolpevole passante in panchina. Allora però, stagione 2003-04, era solo era una partita del girone di qualificazione, ora siamo alla fase ad eliminazione diretta. Difficile credere ad una scossa cacciando Ranieri, visto che poi in campo continuerebbero ad andare Ranocchia, Forlan e compagnia cantante. Questo è il classico momento in cui se si fa si sbaglia: meglio allora stare in cesta e arrivare a fine stagione anticipando il futuro per quanto possibile.Alla gente nerazzurra Moratti deve ora offrire qualche testa: non la sua ma quelle di coloro che in società e in squadra sono lautamente pagati proprio per schivare la merda: Marco Branca ha virtualmente esaurito l'intero credito accumulato due anni fa sul mercato. Stesso discorso per i senatori. I soldi persi dalla Champions League dovranno obbligatoriamente essere recuperati dai loro contratti. Ogni big al quale verrà proposto il foglio di via dovrà comunque essere sostituito da un giocatore all'altezza e per questo occorre una struttura societaria completamente nuova in grado di fare mercato senza le disponibilità finanziarie dei tempi andati.Qualcosa però va fatto subito per evitare che la forza offensiva dell'Inter in una partita come questa col Bologna si esaurisca in soli quattro colpi di testa da calci di fermo, due di Maicon, uno di Lucio e uno di Ranocchia, oltre ad un tentativo sterile di Forlan.Andiamo con ordine però perché al patatrac nel finale del primo tempo ci si è arriva per errori difensivi collettivi ed individuali da oratorio: nel vantaggio bolognese, Lucio manca un anticipo, Zanetti respinge male, Perez porge a Di Vaio che fa sedere Nagatomo e batte Julio Cesar. Nemmeno un minuto dopo, Ranocchia, prova a controllare un innocuo lancio alleggerendo di petto verso Julio Cesar, ma per Di Vaio, ancora lui, è un autentico sballo: raccoglie, raddoppia e ringrazia. Da lì in avanti l'Inter è in uno stato di tensione continua e gioca col cuore in gola senza mai ritrovarsi come squadra: iniziative personali a raffica, più dettate dalla pressione che dall'intelligenzaE a cinque minuti dal fischio finale dell'arbitro Damato, Robert Acquafresca, un ex pur senza aver mai giocato nell'Inter, scatena  la contestazione dei pochi di San Siro, con l'azione personale del 3-0, nella quale salta come birilli Poli, Nagatomo e i soliti Ranocchia e Lucio, perfino timorosi ad intervenire.Per tutta la partita Ranieri, a sua volta centrifugato dalla crisi d'identità della squadra, non ci ha capito nulla e ha cambiato vorticosamente moduli e assetti, col risultato che tutti ci hanno sempre capito meno: partito col 4-2-3-1, con Forlan largo, Faraoni a protezione e Sneijder più o meno libero di svariare, il tecnico si è poi avventurato un 4-3-2-1 con Faraoni interno e doppio rifinitore, Forlan e Sneijder alle spalle di Pazzini. Zanetti e Cambiasso hanno giocato l'ennesima partita per intero, quando sarebbe stato opportuno farne rifiatare almeno uno in vista del Marsiglia: Cambiasso vive ormai sul fallo sistematico con i bolognesi che gli schizzavano da tutte le parti e il capitano, oltretutto ancora tra i meno peggio, non ha potuto che affidarsi alle consuete e orgogliose discese isolate. Lucio, a un certo punto, ha addirittura autonomamente di avanzare stabilmente a centrocampo nel tentativo di risolvere i problemi da solo. Così come Sneijder, che si è impegnato alla morte senza costrutto. I subenti di Poli per il contestatissimo Forlan e di  Castaignos per Faraoni non hanno portato a nulla. E dopo Zarate Ranieri rischia ora di perdere psicologicamente altri due giocatori: Andrea Ranocchia e Diego Forlan, fucilati sul posto dai fischi di San Siro. L'erede di Samuel e Lucio continua a combinare pasticci da dopolavoro, manco fosse stato rapito dagli alieni e restituito lobotomizzato. Diego Forlan ha lasciato anzitempo non per infortunio ma per KO psico-tecnico e difficilmente potrà essere riproposto a San Siro, dove è stato bocciato senza appello. Agli occhi della gente, oltre a tutto il resto, il ricciolone biondo è ancora stritolato dall'assurdo confronto con l'incommensurabile Eto'o. Forlan ha giocato due palle in tutta la partita: la prima indirizzata da posizione defilata in diagonale verso la porta con Gillet a chiuderlo in uscita, la seconda da centro area sotto forma di mozzarella in bocca al portiere rossoblu.Deschamps, allenatore del Marsiglia, a fine partita si stropicciava gli occhi in tribuna mentre confidava di aspettarsi in Champions un'Inter completamente diversa. Speriamo la conosca meglio di noi.