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Sconcerti: “Juve, corsa e rabbia. Roma, ecco il messaggio inviato all’Inter”

Mario Sconcerti, nel suo editoriale su Il Corriere della Sera, esalta le qualità della Juve capolista e della Roma di Luis Enrique che, secondo il giornalista, ha inviato un messaggio ben chiaro anche all’Inter: “È stata una giornata...

Daniele Mari

Mario Sconcerti, nel suo editoriale su Il Corriere della Sera, esalta le qualità della Juve capolista e della Roma di Luis Enrique che, secondo il giornalista, ha inviato un messaggio ben chiaro anche all'Inter:

"È stata una giornata d'informazioni importanti. La prima è che la Juventus non solo esiste, ma continua a migliorare. Ha un agonismo che non si trova più da tempo fra le squadre di vertice, più tre-quattro giocatori che sono al meglio delle loro possibilità. Marchisio in campionato è poco contenibile, ha una semplicità di inserirsi che è ormai diventata decisiva. È il meglio del calcio propriamente italiano. Ha segnato cinque reti in dieci partite, cioè tra i quindici e i venti gol in stagione. Non ricordo un centrocampista puro con questi numeri.

La Juve adesso ha una sua perfezione. Pepe è l'ago della bilancia, è lui a essere il difensore o l' attaccante in più. Ma la Juve è anche una corda tesa, tre dei suoi quattro centrocampisti giocano sempre, cinque dei suoi sei esterni non giocano mai. Non ha un solo difensore di riserva. Ha bisogno di riequilibrarsi sul mercato di gennaio, cedere ali e acquistare buoni interni. Se ci riesce si completa definitivamente. Rispetto al Milan la sua differenza è nella corsa e nella rabbia. Il Milan ha più qualità, ma lotta meno. La Juve ha voglia di vincere, ha tutti giocatori che non l'hanno fatto mai, giocano per affermarsi, non per trovare conferma. Sono nella fiaba giusta anche se più in salita.

L'ultimo dettaglio è che la squadra ha trovato facilità di gioco, non fa fatica a segnare. Matri si è inserito, Vucinic si prende sulle spalle la parte difficile dell'azione, Marchisio spunta da tutte le parti. La Juve arriva spesso prima su tutti i palloni vaganti, è messa bene in campo e gioca sentendo la propria forza. Si diverte. Il vantaggio reale che ha adesso è importante. Sono tre punti più di un anno fa, una gestione molto più equilibrata tra gol fatti e subiti. E un primo posto che dall'inizio non è mai stato in discussione.

La Roma sta mostrando a molti, per esempio all'Inter, come si possa trasformarsi in corsa senza perdere troppo. Ha un'identità molto forte, gioca con sei-sette uomini nella fase di attacco, indubbiamente un segnale diverso. Resta sempre un periodo di partita in balia degli altri, ma la qualità è tanta, in un campionato strano come questo non stupirebbe un suo ritorno con basi più solide. A me Luis Enrique piace, la diversità della Roma è in gran parte sulle sue spalle. Capisco poco il ruolo laterale di De Rossi, tra lui e Gago in regia c'è una differenza netta che rende incomprensibile il contrario. Ma questo è un tecnico che può raccontare qualcosa di diverso, soprattutto se riesce a crescere insieme alla squadra.

Molti i nomi nuovi, primo fra tutti Denis, nuovo capocannoniere. Supera Di Natale chiuso dentro un'Udinese con poca anima. Si conferma Biabiany, diventato esterno completo, fra gol e ritorni. Cresce Veloso, tra i migliori registi, poi Sorrentino. Torna Parolo e rimette in corsa il Cesena. Stiamo entrando nella grande fase invernale. Quella vera."