Un campione nasce, un campione se ne va.Fredy Guarin è sempre più l'immagine di questa nuova Inter che sta nascendo. Inter che però vede andar via un campione degli ultimi anni. Julio Cesar, l'acchiappasogni, ieri - prima della partita di Europa League contro il Vaslui - ha salutato San Siro con le lacrime agli occhi. Il portiere del Triplete, del rigore parato al derby, della linguaccia a Ibra. Il portiere che tornava a casa a piedi dopo una brutta partita.Brividi, ma non solo per l'addio di Julio ai colori nerazzurri, dice il giornalista di SkySportAlberto Pontara, in un servizio. Brividi, che si ttrasformano in paura, per l'entrata di Castellazzi sull'attaccante del Vaslui e che costringe l'Inter a finire la partita in 10 uomini.Stramaccioni aveva deciso di far riposare Guarin, uscito malconcio dalla trasferta di Pescara nella prima di campionato. Però in 10 contro 11, nel secondo tempo, lo mette in campo. Lui entra e cambia la partita, con furbizia quando prova a calciare dalla distanza, con classe e fortuna quando se ne va e segna il gol del pareggio.La maglia numero 14 - come sottolinea il giornalista - diventà la più richiesta nel post partita, tanto da sorprendere i venditori, non abituati a un tale successo.Quel 14 scelto in onore di Vieira - come ricorda il servizio - e che fu anche di Simeone. Due che hanno fatto la storia del centrocampo nerazzurro. Il francese ha sicuramente vinto di più, ma l'argentino entrò nel cuore dei tifosi.Segnare e lasciare il segno piace anche a Guarin, uno che riesce a far sembrare gli addii più dolci e a trasformare le lacrime in festa. "Uno che ci dimostra come nasce una stella a San Siro, con il numero 14", conclude il giornalista.
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Sky – Guarin ha trasformato le lacrime in festa. E quel numero 14…
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