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Berlusconi: «Piango per Thiago e Ibra ma abbiamo l’attacco più forte del mondo»

Silvio Berlusconi è uscito allo scoperto accettando di chiarire il drastico ridimensionamento milanista. Anche se ha accuratamente dribblato il contraddittorio, scegliendo come interlocutore il canale tematico di casa (Milan Channel), il patron...

Lorenzo Roca

Silvio Berlusconi è uscito allo scoperto accettando di chiarire il drastico ridimensionamento milanista. Anche se ha accuratamente dribblato il contraddittorio, scegliendo come interlocutore il canale tematico di casa (Milan Channel), il patron rossonero ha compiuto l’unico passo in grado di preservarlo dalla contestazione montante della tifoseria: chiarire piano aziendale e obiettivi reali del club in maniera non equivocabile, senza più gli atteggiamenti contraddittori:

«Nel calcio non c’è la sicurezza che chi più spende, più vince. Vedi Abramovich che ha vinto solo quest’anno dopo avere speso molto. Per versare più di 50 milioni all’anno nel calcio bisogna avere dei redditi che non ci sono più. In Italia la crisi finanziaria è più acuta che negli altri Paesi. Le squadre che hanno continuato a spendere molto hanno proprietari al di fuori del sistema europeo: russi o ricchissimi arabi. Anche loro, però, a partire dal prossimo anno dovranno fare i conti con il fair play finanziario. Non potevamo rifiutare l’offerta per Ibra e Thiago. Con quei soldi abbiamo messo in sicurezza i conti della società. Non volevamo cedere tutti e due, poi però le avances del Psg sono proseguite. Così abbiamo pensato al fair play finanziario. Il mio cuore piangeva ma resto convinto di avere in casa giocatori molto validi. In attacco non sentiremo la mancanza di Ibra, in difesa crediamo in Acerbi. Anche quest’anno possiamo disputare un ottimo campionato, in attacco abbiamo un quintetto di supercampioni che nessun’altra squadra è in grado di annoverare: Pato, Robinho, Boateng, El Shaarawy e Cassano. Dobbiamo costruire una grande squadra puntando sui giovani. Dobbiamo avere coraggio e forse un po’ di pazienza. Sarà un cambio di prospettiva e sapremo aprire un nuovo ciclo. Io sono ottimista».