Anche il Milan, uscito con le ossa rotte dal derby, si prepara a rivoluzioni e tagli. Silvio Berlusconi infatti pare intenzionato a chiudere i cordoni della borsa per far tornare in salute una società dai bilanci pericolanti. Come si legge oggi su Repubblica Berlusconi «ha ricordato di avere investito quasi un miliardo di euro in 25 anni, ha ribadito la convinzione che la squadra fosse più forte della Juve e ha indicato negli infortuni, nella preparazione atletica e in alcune scelte tecniche discutibili le cause del secondo posto.Ora farà seguito una nuova strategia finanziaria: mai più mani bucate. È il via all’era dei tagli, contro gli sprechi: gli stipendi troppo alti e numerosi, le consulenze esterne superflue, le sezioni del club cresciute a dismisura. L’ambizioso obiettivo è di non togliere risorsealla campagna acquisti, ma di recuperarle appunto attraverso il risparmio sulle spese eccessive.In pratica la scure dovrà servire sia per non arrivare impreparati al fair-play finanziario imposto dall’Uefa sia per rafforzare la squadra. D’ora in poi soltanto eventuali campioni in arrivo e i cosiddetti top player dichiarati incedibili da Galliani a dispetto delle loro perplessità sulla politica societaria Ibrahimovic (9 milioni netti l’anno) e Thiago Silva (4,5) potranno sfondare il tetto dei 2 milioni annui. Mai più dovranno verificarsi casi come quelli che, in queste ore, la proprietà sta denunciando come i più vistosi esempi di errori gestionali: lo stipendio del capo dei preparatori atletici Tognaccini, che nel bilancio 2009-2010 risultava di 760mila euro, e l’ingaggio annuo di un giocatore medio come Flamini, vicino ai 5 milioni. La rosa, dovrà passare dagli attuali 33 giocatori a 25. Aquilani e Maxi Lopez non verranno riscattati. In bilico Tognaccini: Folletti, preparatore di Allegri, il potenziale sostituto».
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