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L’ex arbitro Lo Bello: “Il peso delle due Fatal Verona è forte. Consiglio al Milan di…”

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L'ex arbitro Rosario Lo Bello, direttore di gara della "Fatal Verona", ha rilasciato un'intervista a il Giornale

Matteo Pifferi

L'ex arbitro Rosario Lo Bello, direttore di gara della "Fatal Verona" che costò lo scudetto al Milan nel 1990, ha rilasciato un'intervista a il Giornale.

Il Milan rischia una terza Fatal Verona?

«Io, da uomo di sport, posso solo auspicare che sia una partita all’insegna del bel gioco e della lealtà. Anche se...».

Anche se?

«Il peso delle due precedenti Fatal Verona sarà comunque forte. I milanisti dovranno essere bravi a liberarsene al più presto, scendendo sul “Bentegodi“ consci della propria forza e sereni psicologicamente».

Quella «serenità psicologica» che invece mancò durante il discusso Verona-Milan da lei arbitrato nel ’90.

«Io fui messo in croce. Ma non ho nulla da rimproverarmi».

Espellere però Van Basten, Rijkaard e Costacurta, più l’allenatore Sacchi, non fu un po’ troppo?

«Ma lei le ha riviste le immagini? Van Basten per un banale fallo a centrocampo si levò la maglietta e la gettò per terra; Rijkaard mi sputò sui piedi, Costacurta riempì di insulti un guardalinee e Sacchi andò ben oltre ogni protesta consentita».

A fine partita lei finì nella bufera.

«Non mi difese nessuno. Divenni il perfetto capro espiatorio. L’unica soddisfazione la ebbi, paradossalmente, dal Milan».

Dal Milan?

«Sì. Al fischio finale tre importanti dirigenti rossoneri vennero nel mio spogliatoio per chiedermi scusa. Anche se poi, davanti alle telecamere, le dichiarazioni nei miei confronti mutarono sensibilmente».

I vertici della federazione arbitrale la sostennero?

«No. Anche se all’origine di tutto quel caos ci fu la decisione improvvida da parte dell’allora capo degli arbitri, Cesare Gussoni, il quale avrebbe dovuto avere la sensibilità di non designare proprio me per quella seconda fatal Verona-Milan».

E perché mai?

«Perché, nel maggio ’73, c’era stata la prima fatal Verona-Milan in cui mio padre - pur senza arbitrare la partita - era stato ritenuto responsabile indiretto della perdita dello scudetto milanista».

In che senso «responsabile indiretto»?

«Il mese prima Concetto Lo Bello aveva arbitrato un Lazio-Milan (finita 2 a 1 per i laziali) e papà era stato fortemente criticato dai rossoneri per aver annullato a Chiarugi il gol del possibile pareggio ed espulso il Paron Rocco che ne rivendicava la regolarità».

Capitan Rivera ebbe spesso un rapporto conflittuale con il mitico Concetto Lo Bello, alias il «Tiranno di Siracusa».

«La “rivalità” tra papà e l’Abatino, come lo soprannominò, Brera, è leggendaria. Ma io che ho avuto, in passato, la fortuna di stare a fianco di mio padre per tanti anni e, oggi, ho l’onore di essere un grande amico ed estimatore di Gianni Rivera, posso dire che sono entrambi dei personaggi meravigliosi».

È vero che Rivera, quando era ancora il Golden Boy, le augurò di «avere solo figli femmine», così si sarebbe evitato «il rischio di una terza generazione di arbitri Lo Bello»?

«Verissimo. Ma non immaginava che i tempi sarebbero cambiati e che, pure quello di arbitro, sarebbe diventato un mestiere ambito dalle donne. Comunque io una figlia ce l’ho. E per fortuna non fa l’arbitro. Per la gioia di Gianni».

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