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Plusvalenze, Juve si difende citando Diallo dell’Atalanta. E “Cies meglio di Transfermarkt”

Plusvalenze, Juve si difende citando Diallo dell’Atalanta. E “Cies meglio di Transfermarkt” - immagine 1

"Il caso - è stato spiegato dalla Juventus - dimostra che non si può guardare solo al dato freddo dei numeri"

Redazione1908

Non c'è solo "l'inadeguatezza" del modello per la stima delle plusvalenze messo a punto dai consulenti della procura della Figc. Un altro aspetto su cui hanno insistito le difese della Juventus del corso dell'udienza di oggi del processo sportivo riguarda i giovani calciatori. E' quanto si ricava dal complesso degli interventi.

Fra chi ha insistito su questo punto e' stato Federico Cherubini, manager Juve responsabile dell'area di mercato. La questione investe la valutazione dei giocatori che si trovano nella fase iniziale della carriera professionistica: i parametri sviluppati dalla procura non tengono conto, secondo i bianconeri, del loro potenziale.

Plusvalenze, Juve si difende citando Diallo dell’Atalanta. E “Cies meglio di Transfermarkt”- immagine 2

Un esempio è stato il raffronto fra due atleti con una storia considerata molto simile: il primo e' il diciannovenne ivoriano Diallo, cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta e ceduto al Manchester United per 21 milioni (ora è in prestito nei Rangers Glasgow), il secondo e' un attaccante che alla stessa età passò dal Chievo alla Sampdoria per 2,8 milioni.

"Il caso - è stato spiegato - dimostra che non si può guardare solo al dato freddo dei numeri". Se tra le operazioni "in uscita" dalla Juventus compaiono molti giovani e' anche per la politica seguita negli ultimi anni dalla societa': "Siamo i primi ad aver creato una seconda squadra, la Under 23. Questo comporta che i giovani, quando si avvicinano a quella soglia di eta', debbono essere ceduti. Succede anche quando diventano maturi per andare altrove: pensiamo a Fagioli o a Ranocchia, cresciuti con noi, che ora militano fra i professionisti".

Il professor Lorenzo Pozza, docente alla Bocconi, si è dedicato al modello messo a punto dalla procura federale: criteri arbitrari (5 in tutto), nessun algoritmo, comparazioni inadeguate. A suo giudizio rispetto a Transfermark esistono fonti (è stato citato il Cies - il Centro Internazionale di Studi sullo Sport con sede in Svizzera) che hanno sviluppato criteri piu' funzionali.

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