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Carnevali: “Superlega? Nessun rancore, si guarda avanti. Ma se i presidenti più preparati…”

L'amministratore delegato del Sassuolo ha parlato prima della sfida contro i rossoneri ed è tornato a parlare di quanto accaduto nel calcio nei giorni scorsi

Eva A. Provenzano

Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, prima della gara con il Milanè tornato a parlare della Superlega. Ecco le parole del dirigente neroverde: «De Zerbi è stato durissimo? Credo sia stato giusto, è il suo pensiero ed è quello dei giocatori e della società. Po serviva buon senso per capire cosa stava succedendo. Il suo pensiero arrivava in un momento di delusione e di rabbia. Ci siamo sentiti traditi dalle stesse società italiane. Sapevamo in partenza che non era un progetto facile da portare avanti. Perché non metteva la meritocrazia ai primi posti e non prendeva in considerazione i tifosi. Facciamo calcio per loro». 

-Deve essere rivisto il criterio di distribuzione dei soldi? Si devono abbassare le valutazioni? Cosa si deve fare per migliorare le cose? 

I problemi sono tanti e le problematiche si superano se siamo tutte insieme e non solo un gruppo di club. Che il sistema calcio vada rivisto non c'è dubbio. Ma la Superlega non so fino a che risolve queste problematiche. Mi fa riflettere perché ci sono state queste decisioni da grandi presidenti, che andavano prese in maniera diversa. 

-Non c'era il sentore? 

No, non sapevamo nulla. Dobbiamo fare un passo altro, ormai quello che è successo è successo. Ma dobbiamo essere uniti e non divisi. Ci sono problemi che vanno risolti sedendosi ad un tavolo e con la voglia di fare. 

-Come riaccoglierete i dirigenti che non vi hanno permesso di portare avanti l'idea dei fondi? 

Da parte nostra, come Sassuolo, dobbiamo guardare avanti. Non dobbiamo portare rancore e trovare una soluzione per migliorare il sistema perché non funziona. Dite 40 mln per Scamacca, ma sono valutazioni che si fanno in base al momento. Noi possiamo chiedere la cifra giusta, ma c'è anche chi dall'altra parte lo deve comprare, non forziamo nessuno. Si devono tenere in ordine i conti e si deve avere la possibilità di comprarlo un giocatore. Sono preoccupato perché se la decisione della Superlega nasce dalle persone più preparate mi preoccupa. Servono prospettive diverse, le problematiche ce l'hanno tutte. 

(Fonte: SS24)

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