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ORA C’E’ L’UFFICIALITA’. CESARE PRANDELLI RESCINDE CON LA VIOLA E SALUTA FIRENZE CON UNA LETTERA

Cesare Prandelli ha scelto di scrivere una lettera per salutare Firenze e i tifosi della Fiorentina nel giorno della rescissione del contratto, primo passo per poter diventare ct della nazionale. L’ ex tecnico viola scrive, tra l’...

Alessandro De Felice

Cesare Prandelli ha scelto di scrivere una lettera per salutare Firenze e i tifosi della Fiorentina nel giorno della rescissione del contratto, primo passo per poter diventare ct della nazionale. L' ex tecnico viola scrive, tra l' altro, «a chi ci ha creduto come me e si è emozionato per una solitaria bandiera viola ad una finestra; a chi ha pensato che, nonostante sbagliassi qualche cambio, ero comunque una persona per bene...» e «A tutti, a Firenze con la sua eleganza un pò malinconica, la sua diffidenza e la sua generosità, devo dire solo due cose: grazie e vi porterò sempre nel mio cuore. Cesare». La lettera scritta da Prandelli è un lungo elenco di destinatari di un saluto accorato in cui ripercorre tante tappe dei cinque anni in viola. Un pensiero c'è anche per i suoi giocatori, quelli che lui definisce «chi ha corso». Questo il testo integrale della lettera. «A chi mi incontra per strada e mi chiama 'Cesarè; a chi ha preso la pioggia, il sole, il vento al Franchi; a chi ha fatto le vacanze a Folgaria, a Castelrotto e a Cortina; a chi ha pianto per un rigore sbagliato o per la gioia di Anfield; a chi ha creduto come me e si è emozionato per una solitaria bandiera viola ad una finestra; a chi ha pensato che, nonostante sbagliassi qualche cambio, ero comunque una persona per bene; a chi ha saputo capire ed apprezzare il significato del silenzio; a chi ha fatto centinaia di chilometri per dire 'io c'erò, quelli di Verona, di Torino e che hanno pianto di gioia con noi; a quelli che ci aspettavano all'aeroporto la notte per cantare 'forza violà; a chi urlava 'falli correrè e a chi ha corso; a chi mi diceva, toccandomi ogni volta l'anima, 'Grande Mister, uno di noì oppure 'quando parlo con te è come se parlassi con un parentè, fratello, zio cugino, padre non fa differenza. A tutti, a Firenze con la sua eleganza un pò malinconica, la sua diffidenza e la sua generosità, devo dire solo due cose: grazie e vi porterò sempre nel mio cuore. Cesare».