Saltano i nervi nel finale a Simone Inzaghi. Giallo nel secondo tempo per l'allenatore dell'Inter e niente Empoli alla prossima visto che era diffidato e scatterà la squalifica. Ecco l'analisi del Corriere dello Sport sul 2-2 di San Siro tra i nerazzurri e il Bologna:


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CdS – A Inzaghi saltano i nervi: deve riflettere su quest’aspetto. Inter a -3 dal Napoli
"Quant’è bello il Bologna, quanto fatica l’Inter. Orgoglio e frenate a San Siro. Il recupero finisce 2-2, in un’alternanza di situazioni ed emozioni: può essere contento stavolta Vincenzo Italiano, che aveva maledetto lo stesso risultato domenica contro la Roma. Aver pareggiato in casa dei campioni d’Italia, che venivano da sei vittorie di fila in campionato, è un test di maturità superato che abilita alle ambizioni europee. Simone Inzaghi invece deve riflettere sui cali di tensione della sua squadra, già costati la Supercoppa e quasi la partita di Venezia. Gli infortuni pesano ma in una rosa extralarge non possono essere un vero alibi. Intanto, aspettando la prosecuzione della partita di Firenze, il Napoli è scattato +3.
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Capovolgimento
—Il fatto è che il Bologna ha giocato da grande, soprattutto nel primo tempo. Ha imposto personalità nel palleggio e aggressività nelle pressioni, nonostante cinque cambi nella formazione decisi da Italiano. Anzi proprio grazie a due di questi cambi, ha subito provocato sconquassi nel dispositivo difensivo dell’Inter. Prima Moro ha colpito un palo interno da fuori area, sul quale Sommer è stato più fortunato che bravo. Poi Castro ha anticipato secco De Vrij sul tiro cross dello stesso Moro, festeggiando il primo gol a San Siro al cospetto dell’idolo Lautaro. Inzaghi si sgolava dalla panchina, chiedendo ai suoi più attenzione nelle uscite. Ma l’Inter, pigra e macchinosa a parte Barella, si è riabilitata con un episodio e non per un miglioramento tattico: Odgaard, per il resto ottimo, si è fatto rapinare da Bastoni in mezzo al campo lanciando il contropiede concluso da Dumfries, al sesto gol stagionale.
Ci risiamo
—Il Bologna, pur concedendo qualche metro, ha continuato a mostrare qualità e coraggio. E ha rifiutato da calcio d’angolo la palla del 2-1 con Odgaard, frenato da Sommer. Ma quando Pairetto aveva già comunicato il breve recupero, si è fatta irretire da Thuram già decisivo sull'1-1 e ha aperto un comodo contropiede a Dimarco, che ha servito Lautaro come sa. Lykogiannis è arrivato due volte in ritardo - in questo caso il turnover non ha pagato - ma la responsabilità è collettiva. Se concedi due ripartenze così facili all’Inter, le possibilità di incassare colpi sono molto elevate.
Controllo
—Affidandosi ai lampi dei suoi campioni, insomma, Inzaghi è andato a riscaldarsi dal gelo con un vantaggio insperato. Ma in cuor suo immaginava che gestire il risultato sarebbe stato complesso: l’Inter di questa stagione soffre la tendenza ad accendersi e a spegnersi, senza preavviso. Ne è un’immagine rappresentativa Asllani, sostituto inadeguato di Calhanoglu a centrocampo e fischiato da San Siro. E così il Bologna, che pure aveva calato il ritmo e l’intensità, ha raggiunto l’equilibrio su un cross bucato da Dimarco e capitalizzato al massimo da Orsolini (assist) e Holm (gol). Curiosità: Holm non segnava dal 15 gennaio 2024, un anno esatto, quando giocava nell'Atalanta. A quel punto Italiano, ricordando la serie di punti buttati nell’ultimo quarto d’ora e soprattutto la beffa di domenica scorsa, ha virato su una strategia più accorta, chiudendo a cinque dietro con Erlic. È stato premiato: a parte un’occasione sprecata da Taremi, che aveva sostituito Lautaro, nessuno gli ha più dato fastidio. A fine partita Inzaghi, unico ammonito di una serata correttissima, è andato a protestare con Pairetto: certi passi falsi fanno venire i nervi", si legge.
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