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Inter-Lukaku, c’eravamo tanto amati: la fine a Istanbul. Romelu ha cerchiato il d-day

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L'attaccante del Napoli è tornato a incidere con Conte e ora non vede l'ora della grande sfida con l'Inter che potrebbe indirizzare la corsa scudetto
Andrea Della Sala Redattore 

L'attaccante del Napoli Romelu Lukaku è tornato a incidere con Conte e ora non vede l'ora della grande sfida con l'Inter che potrebbe indirizzare la corsa scudetto.

Inter-Lukaku, c’eravamo tanto amati: la fine a Istanbul. Romelu ha cerchiato il d-day- immagine 2

"C’eravamo tanto amati. Ma tanto. Almeno fino a quando, a Istanbul, evitando di sciacquare i panni nel Bosforo, non cominciarono a scorrere i titoli di coda. C’erano una volta l’Inter, Simone Inzaghi e Lukaku, illuminati d’immenso dal riflesso d’una LuLa che ha smesso d’ispirare rime baciate o anche no. Ma quella notte, il 10 giugno del 2023 allo stadio Ataturk, con la Champions League in mostra, caddero i veli, anche i piatti, e così finì. A mai più rivederci e grazie, lasciando che tra l’arsenico e quel vecchio scudetto (firmato però con Conte, stagione 2020-2021) rimanesse una voragine umana e professionale incolmabile. Inter-Napoli, vista da Romelu Lukaku, è l’estasi e il tormento racchiusi in quel caveau - la memoria - in cui giacciono i momenti indimenticabili d’un tempo ormai perduto", scrive La Gazzetta dello Sport.


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"Il d-day è cerchiato di (nero)azzurro ma sino al 2 marzo ci sarà modo per incontrarsi ancora, idealmente, per incrociarsi sui sentieri tortuosi dello scudetto, per scostarsi o allungare o indietreggiare o perdersi e ritrovarsi, però evitando gli highlights del passato. È stato bello (con Conte) e poi è rimasto nulla di quella seconda avventura voluta reciprocamente e consumatasi tra l’ira e la bile, nel reflusso gastrico che a San Siro, tornando, sancì pubblicamente (e chissà se definitivamente) anche la frattura con Lautaro Martinez, l’altra metà della Lula. Napoli-Inter è un concentrato d’interessi universali che però s’allineano intorno ad un Pianeta, il Big Rom, divenuto trascinante, un macrocosmo che comprende i gol (e sono otto), gli assist (e sono sei in campionato), lo spessore tecnico e quello fisico, l’ironia grassa del “dico non dico” dei momenti cupi evaporata con l’exploit di Bergamo ma non solo, perché intanto Lukaku s’è trasformato in leader", aggiunge Gazzetta.

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