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Cannavaro: “De Boer? La colpa è di chi l’ha scelto. Un allenatore ha bisogno di…”

L'ex difensore nerazzurro Fabio Cannavaro è stato intervistato ai microfoni di Sky Sport 24 nella settimana del derby.

Simona Castellano

Fabio Cannavaro è stato intervistato ai microfoni di Sky Sport 24 nella settimana del derby. L'ex difensore ha parlato delle proprietà di Inter e Milan, ma anche di mercato.

Ecco uno stralcio dell'intervista:

-Pellé-Ventura, decisione giusta non convocarlo?

Penso che Pellé sia un buon giocatore, volevo portarlo a Dubai anni fa. Ha sbagliato, il rispetto per l'allenatore è la prima cosa, però non mi sembra la decisione giusta non convocarlo più per questo. La trovo un po' eccessiva. Ripeto, non faccio parte della spedizione azzurra, non sta a me decidere se hanno fatto bene. Ha sempre fatto gol, sta segnando anche in Cina, è andato in una squadra con un po' di difficoltà che però si è salvata e di lui si parla bene in Cina. 

-Quanto conosci i cinesi del Milan? 

So poco. Ma non perché non leggo i giornali italiani, conosco quelli dell'Inter, anche in Cina hanno una squadra in cui stanno investendo molto, sono forti. Credo che questo non debba spaventare, il fatto che arrivino nuovi investitori deve essere un bene, ma devono e essere aiutati a cercare di sbagliare il meno possibile. Non la trovo comunque una cosa negativa. Ci sono comunque i cinesi del Milan, io però non li ho mai visti. 

-Cosa è successo all'Inter?

Questa è la cultura che c'è nel mondo del calcio, tante volte la cosa più semplice è mandare via l'allenatore. Ne mandiamo via solo uno e risolviamo il problema. A volte non è così, gli errori sono di chi ha preso l'allenatore, la scelta di un allenatore non va fatta velocemente. De Boer ha dimostrato in Olanda di essere un buon allenatore, non è colpa sua, le colpe sono di chi l'ha scelto, di chi è ancora lì a lavorare, non so, ma è questa la cultura del mondo del calcio, che è sbagliata, un allenatore ha bisogno di tempo per conoscere cultura, giocatori, società, non bastano due mesi. A volte arrivi in un posto, non cambia nulla e riesci a vincere, altre volte invece c'è bisogno di più tempo. 

-Cosa ci fai a Milano? 

Per sentirmi un po' a casa (ride, ndr). La partita della Nazionale è stato un motivo prioritario, poi ho bisogno di tre giocatori, mi sto guardando in giro, sto cercando giocatori da poter portare in Cina. Sono venuto qui perché quando c'è una partita importante trovi tanti amici che ti possono dare consigli. I giocatori a livello tecnico li porterei tutti, a me piacciono tanti giocatori italiani, il problema è l'ambientarsi e la cultura, chi non è abituato ad andare fuori fa più fatica, soprattutto all'inizio. Ci sono giocatori stranieri, come i brasiliani e gli argentini, che si adeguano più facilmente. Verratti se me lo danno me lo porto (ride, ndr). I soldi non mancano lì per adesso, ma non è solo una questione di soldi, devi trovare giocatori che si adeguano al tuo pensiero di calcio, al tuo modo di giocare. Prendere un giocatore solo per il nome non va più bene. L'anno scorso il presidente non mi ha chiesto nulla, mi ha detto solo di migliorare la squadra. Io sono uscito a portarla in Serie A, ora mi ha chiesto in 3 anni di poter lottare per la Champions. Quindi sono alla ricerca di giocatori forti. 

-Cos'è il derby di Milano? 

C'è molta curiosità per l'Inter di Pioli, debuttare sulla panchina dell'Inter al derby non è da poco. Poi c'è il Milan di Montella che è stato bravo perché ha portato tranquillità, ha puntato sugli italiani. Io ho vissuto all'estero e anche quando ero a Madrid c'era un gruppo storico di spagnoli. In un momento di difficoltà viene fuori quel qualcosa in più, l'attaccamento. L'italiano quando va a casa e ha perso lo sente, i negozianti ti guardano male, si vive diversamente la sconfitta. Sarà un derby diverso dagli altri anni, chi vince avrà una svolta, l'Inter per venire fuori da quella situazione, il Milan per i primi posti. 

-Problema Napoli? 

Il problema è aver perso un giocatore straordinario come Higuain, anche se Milik è un giocatore che stava facendo molto bene. Se non hai un attaccante in più dopo però devi ricorrere al falso nueve e a soluzioni difficili. È un peccato perché il Napoli gioca molto bene, forse aveva bisogno di due/tre giocatori pronti. Sarri vs De Laurentiis? I panni sporchi si devono lavare in casa, non danno tranquillità alla squadra queste cose, soprattutto in un club come il Napoli dove i tifosi vogliono vincere e stanno lì lì per farlo ogni anno e non fanno mai questo salto di qualità. 

-Ventura allenatore giusto dopo Conte? 

È l'allenatore che tutti conoscono, ha sempre fatto un bel calcio, ha sempre insegnato qualcosa, la sua storia parla per lui e dice che merita di stare lì, non ha allenato grandi club magari, ma conosce bene il nostro calcio. L'Italia di Conte veniva da un periodo difficile, si è ricostruito qualcosa e si sono ritrovati i valori che ci hanno portato a vincere i Mondiali, abbinato a tecnica e altro. In campo i giocatori devono dare tutto, lasciare tutto e con Conte lo hanno fatto, lo stanno facendo anche ora. 

-Allenare l'Italia? 

Adesso sono concentrato su quello che sto facendo in Cina, mi sta andando bene fortunatamente. La Nazionale è il sogno di tutti gli allenatori, non solo il mio. Rappresenta qualcosa di importante nel mondo calcistico, penso che sia un orgoglio essere accostato alla Nazionale, ma sono giovane. So che il mio passato può essere d'aiuto, ma io sono concentrato su quello che sto facendo. Allenare la Nazionale è il sogno di tutti, non sono né il presidente né il dirigente, loro sanno cosa c'è bisogno per la Federazione. Se il mister deciderà di andar via dopo il Mondiale troveranno loro una soluzione migliore.

-De Rossi e Buffon? 

Non mi stupisco, sono sempre stati ragazzi intelligenti, poi dei professionisti, è una conseguenza di quello fatto in passato arrivare fin qui e fare ancora ciò che fanno. Daniele ha sorpreso più di tutti, tutti lo davano per finito e si è rimesso in gioco. Spalletti e Conte sono stati la chiave per fargli scattare qualcos'altro. Come giocatori non si discutono. La Nazionale è un legame forte, è un momento di relax, un'isola felice. Andavi lì, per una settimana staccavi la spina da tutto e preparavi solo due partite, con un'allegria e una serenità pazzesca, perché ti portavi dietro le scorie del campionato. L'ambiente è sereno, fantastico, lavorano tutte persone eccezionali che ti fanno stare bene e lavorano per te.

-Paragone Belotti? 

Difficile paragonarlo, ha il suo stile, è potente fisicamente, calcia bene con entrambi i piedi. Può sembrare più Bobo Vieri quando parte in progressione. Corre per 90 minuti e lotta per 90 minuti. È un giocatore che piace a tutti, non molla mai. 

-Verratti nella mia Nazionale? 

Sarebbe stato difficile con Pirlo, Gattuso, ma ha straordinarie qualità, è giovane, gioca al Psg, mica in una squadretta, ma in Nazionale lo usano poco. A me piace molto vedendolo da fuori. 

-Cosa fai in Cina? 

Lavoro tantissimo come tutti gli allenatori, ho fatto un'esperienza fantastica. Dopo la prima lì in Cina, che è andata male per motivi non calcistici, e quella in Arabia Saudita ho accettato questa esperienza. Eravamo decimi in campionato, non si vinceva da 7 gare. È iniziata poi questa cavalcata fantastica e abbiamo vinto il campionato. Non si deve pensare che i giocatori siano scarsi, che è una serie B. Il livello sta crescendo, stanno arrivando allenatori importanti europei, vincere è difficile ovunque. La serie A cinese, poi, si sta arricchendo ancora. È stata per me una cosa fantastica, nessuno se lo aspettava. Abbiamo vinto il campionato anche se eravamo a 11 punti dalla prima. Ho incontrato giocatori fantastici, come Luis Fabiano che aveva un po' mollato, era sopra di qualche kg, poi si è ritrovato. Non stanno prendendo più giocatori anziani, il mio presidente non mi ha fatto i nomi di giocatori di oltre 30 anni, ma di 24, 27, 28 anni, hanno capito che con quei soldi si possono portare giocatori giovani. 

(Fonte: Sky Sport 24)

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