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Eriksen, l’impiccio ‘Decreto Crescita’. L’Inter valuta due piste futuribili

Il giocatore sembra destinato ad altri lidi a gennaio ma serve un club disposto a spendere per lui almeno 26 mln oppure...

Eva A. Provenzano

Eriksensembra destinato a dire all'Inter già a gennaio a solo un anno dal suo arrivo a Milano. Il rapporto con Conte non è decollato e il danese potrebbe essere ceduto. Acquistato per 27.56 mln di euro a gennaio 2020, ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2024. "Al 31 dicembre 2020 il costo del cartellino di Eriksen sarà ammortato per circa 5,2 milioni e quindi, per non fare minusvalenza servirà un addio a cifre che partano da non meno di 22 milioni di euro", spiega calciomercato.com.

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DECRETO CRESCITA - Il calciatore percepisce uno stipendio di 7.5 mln a stagione netti più bonus. Sono state sfruttate al momento dell'acquisto le agevolazioni del 'Decreto Crescita'che prevede il dimezzamento della tassazione sul lordo dello stipendio. Ma il centrocampista dovrebbe rimanere tra i residenti dell'Italia per almeno due anni. In caso quindi Eriksen venisse ceduto all'estero, la società nerazzurra dovrebbe restituire i 4 mln risparmiati. Per questo si dovrebbe trovare, per evitare una plusvalenza, o un club estero disposto a spendere per l'ex Spurs almeno 26 mln oppure praticare la pista prestito. Una cessione in prestito permetterebbe al calciatore di conservare la residenza fiscale in Italia e all'Inter di non dovere nulla allo Stato e di risparmiare sull'ingaggio.

DUE POSSIBILITA' - L'opzione prestito poi permetterebbe una rivalorizzazione di Eriksen che con Conte ha trovato poco spazio in vista di un'eventuale cessione definitiva. O qualora arrivasse un altro allenatore all'Inter il reinserimento tra i giocatori sui quali costruire un nuovo progetto. Quello si pensava potesse essere nel momento dell'acquisto, solo un anno fa.

(Fonte: calciomercato.com)

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