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Samaden: “Giovani, l’Inter dà continuità al lavoro. Finora tante plusvalenze, ma…”

Il responsabile del settore giovanile nerazzurro ha parlato a SkySport

Eva A. Provenzano

Roberto Samaden ospite in studio a SkySport24 ha parlato dei settori giovanili italiani e non solo. Ecco cosa ha detto il dirigente interista:

-Cosa manca ad una società come l’Inter per arrivare alle cantere del Barcellona o del Manchester United?

Noi siamo stati fortunati perché abbiamo avuto proprietà da Moratti, fino a Thohir arrivando a Suning, che hanno dato continuità a lavoro. Perché il settore giovanile prevede un lavoro sul lungo medio periodo. Bisogna investire nelle strutture e poche società hanno un centro per i giovani e poi serve un ponte tra il settore giovanile e le prime squadre e questo è un argomento che tra noi colleghi viene spesso fuori. Con un progetto strutturato molti più giovani arriverebbero a giocare nel calcio professionistico.

-Le squadre B sono obbligatorie negli altri Paesi…

Se tutti i Paesi europei hanno costruito questo ponte significa che o siamo avanti o che qualcosa che ci manca. Questo modello funziona in Inghilterra. Un campionato Under21 da noi avrebbe qualche limite. Visto i dati sui minutaggi dei giocatori che escono dai campionati Primavera, e sono dati molto bassi, cambia poco mandarli in prestito. Serve dare ai ragazzi la possibilità di giocare anche quando le partite sono importanti e non solo nelle amichevoli estive. Il fatto che non ci sia progettualità per questi ragazzi rischia di farli perdere nei campionati minori.  

-Se dovessimo paragonare i giovani che giocano in Europa con quelli che giocano in italia valgono di più. Non sappiamo più allevare i giovani talenti?

Il confronto con le maggiori Nazionali Europee spesso è impietoso. A livello di allenamento ci sono poche possibilità di fare allenamento anche a scuola. Sicuramente penso ci sia un impoverimento da un punto di vista quantitativo. Ma ci sono giocatori che sono stati valorizzati perché sono andati innanzitutto in Serie B. Spesso e volentieri arriviamo il percorso dei ragazzi nell’arrivare al top e spesso li perdiamo per strada. A tanti ragazzi viene data la possibilità di giocare prima nei grandi club per questo il valore è più alto.

-Nei ricavi dalle cessioni del vivaio la Serie A è ultima, la Francia è prima…

E’ frutto di un lavoro fatto da anni, sono giocatori che in Italia hanno sfondato come ad esempio noi abbiamo Biabiany e c’è anche Bakayoko. Noi abbiamo un dato: negli ultimi dieci anni abbiamo fatto plusvalenze di 115 mln di euro. L’auspicio è che non si facciano più pusvalenze e che ci siano più nostri ragazzi in prima squadra. Thohir ci sprona in questo senso così come Ausilio. Oggi Benassi e Duncan potevano essere in prima squadra anziché essere ceduti. Questo si auspica chi lavora in questo campo.

-L’Italia crede nei giovani si o no?

Ci si sta accorgendo che bisogna crederci. Anche la Federazione si è accorta che è necessario investire, ci sono 200 centri in tutta Italia e anche i club devono investire nei progetti, nelle strutture, sul lungo periodo. Bisogna essere sostenuti da progetti e investimenti.

(Fonte: SS24)