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3 SIMBOLI DELLA PAZZA INTER: D’AMBROSIO, PERISIC E «EPIC» BROZO, FOTOGRAFIA DI…

Dopo due mesi è successo, riecco l’Inter che fu. Quell’Inter che in campo non ha mollato mai nulla, con quella grinta che (per mesi) l’ha contraddistinta e quelle ‘palle’ che la società aveva chiesto e preteso dopo il KO in campionato....

Dario Di Noi

Dopo due mesi è successo, riecco l’Inter che fu. Quell’Inter che in campo non ha mollato mai nulla, con quella grinta che (per mesi) l’ha contraddistinta e quelle ‘palle’ che la società aveva chiesto e preteso dopo il KO in campionato. L’Inter è anche questo, storicamente vive pure di strappi e di simbolismi. La Gazzetta dello Sport, analizzando la partita di ieri, ha provato ad individuare proprio i simboli di questa pazza Inter.

Si parte da Danilo D’Ambrosio, lui che domenica, con quell’auto-assist per Bonucci, aveva certificato l’incartamento nerazzurro. Ieri, per poco, non ha segnato lui il gol del 3-0, su quel colpo di testa finito alto di un soffio. D’Ambrosio ha giocato 120 minuti da difensore centrale adattato, con il totem Medel - a cui il Mancio non vuole mai rinunciare - nel cuore del gioco. "Ma l’Inter è pazza per inno e Dna, quindi a trovare il gol dell’apoteosi che regala l’extra time non poteva che essere Marcelo Brozovic".

E’ lui, «epic» Brozo, il protagonista assoluto della serata (assieme a Ivan Perisic). Simbolo di genialità e discontinuità, il numero 77 (assente domenica allo Stadium per squalifica) ha portato qualcosa di diverso in un centrocampo monotematico, in cui l’inserimento e la giocata rischiosa sono troppo spesso un optional. Brozovic - scrive la Gazzetta - "è soprattutto la fotografia di quell’Inter di inizio stagione magari non bella, ma compatta e sorridente. Come negli scatti in spogliatoio a celebrare le vittorie contro Milan e Roma. Tutti in posa con indice e pollice sotto il mento, a riprendere un’istantanea di Marcelo e due fanciulle diventata presto virale. L’immagine della sfacciataggine slava che il 23enne di Zagabria ieri sera ha srotolato soprattutto in occasione del rigore forse «rubato» allo specialista Eder e trasformato non si sa come, visto che Neto aveva intuito la traiettoria. Un rigore conquistato dal compagno croato Perisic, anche lui commovente per abnegazione e inventiva. Finito negli ultimi tempi inspiegabilmente in naftalina, l’ex Wolfsburg aveva pure griffato il momentaneo 2-0 per poi costringere Neto a un miracolo evita beffa".

Resta il dubbio sulla possibilità che Mancini potesse schierare Handanovic per i rigori, nel caso in cui non si fosse fatto male Eder. Uno specialista come lui avrebbe potuto aiutare l’Inter alla lotteria dal dischetto. Con la traversa di Palacio, i rigori hanno detto male alla «epic» Inter. Festeggia la parte bianconera dello stadio, più folta di quella nerazzurra per via del deludente KO dell’andata. Così si perdono gli applausi dei tifosi interisti. Ma con questa fame – chiude la rosea - San Siro tornerà a riempirsi già domenica.

(Gazzetta dello Sport)