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Adani: “Conte all’Inter? Contano le persone, non le carriere. La mia lite con Allegri…”

Le parole dell'opinionista a Repubblica

Marco Astori

Lunga intervista concessa dall'opinionista Daniele Adani ai microfoni di Repubblica. L'ex difensore è tornato a parlare del suo battibecco con Allegri dopo Inter-Juventus, ma non solo.

Perché con Allegri finì a quel modo?

«Io chiesi: uno come te che ha vinto 5 scudetti, che contributo può dare per crescere? Lui salvaguardava una posizione e rivendicava uno status. Perse la gestione della conversazione dimenticando che non parlava con me, ma con il pubblico attraverso me.

In una discussione capita di alterarsi. È segno di passione. Ma tra gente di calcio non si evita un confronto sul calcio».

Ha pensato che potesse essere un nervo scoperto? Forse erano le stesse critiche che sentiva dentro la Juve?

«Non lo so. Io non lavoro scaldando una sedia. Un bravo analista deve tradurre in pensieri interessanti ciò che vede. Anche un contraddittorio, nei modi giusti, fa riflettere. Non vivo per il consenso, non credo di dividere, ma non mi interessa unire nella mediocrità».

Allegri le disse: tu leggi libri. La prese come un'offesa?

«Ma no, mi veniva da ridere. Allegri ha con sé 20 persone che studiano. Il suo staff e i suoi analisti sono dentro le teorie. Libri. Ricerche. Relazioni. Abbiamo amici comuni».

Sarri alla Juve. Conte all'Inter. Totti e De Rossi via dalla Roma, Gattuso dal Milan. Che rapporto deve avere il calcio con i simboli?

«Sono un luogo comune. Conta il valore delle persone, non delle carriere. In un mondo dove tutti accedono a tutto con un pulsante, non basta esibire un vecchio numero di maglia. Non si bluffa più. Se non ti rinnovi, non puoi avere ruoli operativi. Altra cosa è un ruolo iconico. Quello va difeso. Ma Cruyff non aveva idee immortali perché giocava bene».

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