Intervistato da il Giornale, Alessandro Spillo Altobelli ha parlato così di Nazionale ma anche di Inter e di San Siro
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Altobelli: “Inzaghi? L’Inter gioca meglio di un anno fa, brava anche la dirigenza”
Spillo su San Siro: "Vorrei essere sul posto per assistere alla prima picconata. Quello non è uno stadio, è un museo"
Allora caro Spillo Altobelli, la Nazionale deve conquistare ancora il mondiale...
«Appunto, il rischio esiste. Nel 2021 abbiamo vinto, con merito, il titolo di campioni d’Europa, siamo stati 40 partite senza perdere ma adesso il pericolo c’è. È uno spareggio tra noi e il Portogallo. Per gli azzurri è un appuntamento che procura motivazioni: chi gioca a calcio non conosce la paura».
Eppure Mancini ha confessato di essere preoccupato...
«Fa bene a esserlo. Così come fa bene a rilasciare dichiarazioni che vogliono infondere coraggio ai suoi. Quando dice “ci qualifichiamo e magari vinciamo il mondiale” lo fa per centrare questo obiettivo. D’altro canto il calcio italiano, se partecipa a un torneo come il mondiale, non lo fa per uscire al primo turno. Non solo».
Cos’altro c’è da sapere?
«Il clima, in quei mesi di novembre e dicembre, in Qatar sarà ideale per gli europei: perfetto come temperatura, perfetto per lo stato di forma dei calciatori provenienti dai campionati europei».
C’è sempre all’ordine del giorno il problema del centravanti in Nazionale: come si risolve?
«È un problema, me ne rendo conto anche perché i nomi su cui puntare sono quelli di sempre: Immobile e Belotti».
E Scamacca?
«Chi farebbe debuttare un giovanotto che deve ancora completare il processo di maturazione in una sfida così decisiva?».
Nel frattempo Insigne prepara la valigia per il Canada.
«Lorenzo è un simbolo di Napoli e del Napoli: se tu società gli offri un contratto al ribasso vuol dire semplicemente che non punti più su di lui. I calciatori, e i procuratori, ragionano così».
Ma possibile che solo per questa categoria il covid non esista?
«Obiezione accolta. Ma a questo punto sono i presidenti che devono mettersi d’accordo. Si siedano intorno a un tavolo e decidano finalmente di non portarsi via i calciatori gli uni con gli altri. E invece la realtà è sempre la stessa: si fanno la guerra e fino a quando ci sarà concorrenza non cambierà la situazione».
L’Inter sta sfidando tutte le leggi.
«In effetti quando sono partiti Antonio Conte, Lukaku, Hakimi ed Eriksen, gli interrogativi sul futuro erano più di uno. E invece sono stati molto bravi a centrare la qualità dei sostituti, tutti con caratteristiche diverse ma i risultati fin qui sono stati identici. E gioca anche meglio, adesso la squadra».
Avresti scommesso su Simone Inzaghi?
«Mi è sempre piaciuto. Con lui la Lazio giocava bene e non sbagliava mai stagione. Adesso invece nella Lazio c’è gente che non trova posto, tipo Luis Alberto, e la squadra va così così».
San Siro invece sta per essere abbattuto...
«Io sono stato tra i primi a schierarmi per il no. E vorrei essere sul posto per assistere alla prima picconata. Quello non è uno stadio, è un museo. Capisco le esigenze di Inter e Milan: vogliono uno stadio nuovo, più accogliente e moderno. E allora facciamo lo stesso ragionamento con la Scala».
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