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Amadeus: “Sapevo che Lukaku non avrebbe deluso. Derby imprevedibile, ma vince l’Inter 2-1”

Il conduttore tv dice la sua sulla sfida di questa sera

Fabio Alampi

Reduce dal successo del Festival di Sanremo, Amadeus ha raccontato a La Gazzetta dello Sport le sue sensazioni sul derby di questa sera.

Che derby si aspetta?

"Combattuto, imprevedibile, l'Inter è forte e ha un grande allenatore, ma il Milan è più strutturato con Ibrahimovic. Un campione è come un artista".

Come vede la sfida con Lukaku?

"Avvincente. Entrambi fisici e di talento. Io guardo anche i campionati esteri, dalla Premier alla Liga, dalla Bundesliga alla Ligue 1, e Lukaku l'avevo notato da tempo, l'avevo detto anche alla Gazzetta... Sapevo che non ci avrebbe deluso".

Che cosa teme dei rossoneri?

"La mentalità che Ibra ha infuso a tutta la squadra. La tecnica non basta, come nello spettacolo l'importante è la testa, la concentrazione, l'approccio".

Nel suo ruolo di direttore artistico del Festival si sente di assomigliare un po' a Conte?

"Sì. Cinque giorni a Sanremo sono come un campionato. Da ragazzo sognavo di fare l'allenatore, mi piace prendere in mano una situazione e assumermi i rischi. Per questo apprezzavo il carisma di Trapattoni".

Un pronostico.

"È difficile, mi sbilancio, vinciamo 2-1, spero che segnino Eriksen e Lukaku. Mi auguro che De Vrij, con la sua esperienza, si appiccichi a Ibra. Meno male che non c'è più Suso, ci segnava sempre".

È scaramantico?

"Sì a casa vedo le partite in piedi, a San Siro ho il mio percorso: piccoli riti, stesso bar".

Una canzone da dedicare all'Inter?

"Sei la più bella del mondo".

Un retroscena dell'incontro con Cristiano Ronaldo.

"È stato fantastico per la disponibilità. Ho il sangue nerazzurro, ma i campioni sono di tutti. Come tifoso sono molto british, in passato avevo fatto una foto con Van Basten perché è un grande. E anche mio figlio José, che ha seguito tutte le serate in prima fila, è come me. Gioca nei pulcini dell'Inter, ma era tutto contento di stare seduto vicino a CR7. La sua maglia autografata la incornicio e la appendo a casa con orgoglio. Bisogna mantenere lo spirito sportivo, io sono sempre stato amico di Brio, ma quando ci giocava contro – ride – non lo reggevo proprio".

È un'Inter da scudetto?

"Sì: è solida, ha un ottimo allenatore e se i nuovi acquisti si integrano come penso ha tutte le carte per giocarselo".

Ha detto: «Da raccattapalle sono arrivato alla finale mondiale»: come si sente ora che l'ha vinta?

"Uso molto le metafore calcistiche. Sanremo lo sognavo fin da bambino, ma non ci sono arrivato d'incanto. Ho fatto la gavetta, passo dopo passo: solo chi ha fatto questo percorso può capire le mie emozioni".

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