Stefano Benzi, giornalista di yahoo!sport, si è espresso cosi sul confronto che vedrà protagoniste Real Madrid e Manchester City, guidate dagli ex nerazzurri Josè Mourinho e Roberto Mancini: "La sfida tra Manchester City e Real Madrid non è solo quella tra due grandissime squadre, all'interno di un girone straordinario e molto competitivo, ma anche quella tra due nemesi sorte dalla stessa panchina: Mourinho e Mancini. Quando parli con i tifosi dell'Inter e poni loro una domanda semplice semplice... "rimpiangi di più Mourinho o Mancini?", quasi tutti esprimono una faccia contrita, di chi forse non ha le idee chiare. Mourinho ha vinto tutto: ma se ne è andato via male, come forse peggio non poteva. Mancini ha costruito molto della squadra con la quale Mourinho ha vinto, ma forse è andato via troppo presto, anche per colpe e limiti suoi... il famoso sfogo successivo all'eliminazione in Champions League che Moratti non gli perdonò. Quando Mourinho prese il posto di Mancini all'Inter, era il 2008, la tensione tra i due era palpabile. D'altronde l'atteggiamento (pubblico) di Mourinho non è mai stato tenero nei confronti dei suoi predecessori: è accaduto al Chelsea quando prese il posto di Ranieri e ancora di più al Real quando sostituì Pellegrini minimizzando il secondo posto del tecnico cileno alle spalle del Barcellona: "Chi arriva secondo è solo il primo dei perdenti" disse Mou... Pellegrini gli rispose che, visto che già conosceva lo spagnolo discretamente bene, poteva andare a scuola di rispetto e di educazione. Con chi lo aveva preceduto al Porto, magari pochi lo ricordano, in fondo era il 2002 ma si trattava di Octavio Machado, lo Special One fu anche più duro: "Sono arrivato qui per mettere ordine in questo casino che mi hanno lasciato...." disse. Machado, che passa per essere un signore molto compassato ed educato, rispose con poche parole: "E' il suo modo di segnare il territorio... il fatto che manchi di rispetto ai colleghi non gli interessa". Per farvi capire il personaggio Machado è stato un po' come Osvaldo Bagnoli: a 53 anni decise che ne aveva abbastanza, ha rifiutato tutte le offerte e non ha mai più allenato, si è ritirato nella sua tenuta di Palmela a produrre vino, arance e limoni. E ancora oggi agli amici del bar del centro che gli chiedono di Mourinho risponde... "bah!". Mourinho di Mancini disse invece che quando arrivò all'Inter l'allenatore non aveva nemmeno un ufficio. E Mancini gli rispose che il suo ufficio erano campo e spogliatoio. Una bella risposta... Anche perché tutto sommato Mancini non veniva sostituito da perdente, com'era accaduto Machado e Pellegrini ma da vincente: e perché anziché pigolare di rispetto rispose a tono con un piglio e una vivacità persino sorprendente. La sfida contro il Real di Mourinho, reduce dalla vittoria nella Liga ma anche dalle prime difficoltà di stagione che lo vedono già discusso, anche per via dei malumori di Ronaldo (che il tecnico continua a difendere e che potrebbero costare al club altri 13 milioni di euro di rinforzino all'ingaggio del fuoriclasse portoghese), è una grandissima occasione per Mancini che vede nel confronto europeo con Mourinho il suo nervo scoperto. A Mancini la consacrazione europea è mancata con l'Inter, ma anche quella con il City è tutt'altro che scontata, soprattutto con Mourinho e il Real sulla propria strada. Non è la prima volta che i due si affrontano: dieci anni fa, nella semifinale di Coppa Uefa, il Porto vinse al Dragão 4-1 (vantaggio di Claudio Lopez e rimonta con Maniche, Derlei e doppietta di Helder Postiga) per poi difendersi all'Olimpico pareggiando 0-0. Mourinho definì il gioco della Lazio "prevedibile e dozzinale" aggiungendo che "da una squadra italiana non si aspettava niente di meglio". Poi Mourinho vinse la finale con il Celtic a Siviglia e iniziò la sua consacrazione definitiva. A Mancini questo precedente interessa poco. Quello che gli preme è l'attualità, l'oggi... al massimo il passato prossimo: quelle frasi del dopo Inter, quel menaggio latente che Mourinho non gli ha mai risparmiato trattandolo sempre un po' come il garzone di bottega che si è trovato suo malgrado a gestire il negozio senza alcuna qualifica adeguata. Mancini fa spallucce: "La partita è tra City e Real, non tra me e Mourinho". Sarà... ma a me questa sfida letta in termini un po' più personali intriga, e non poco."
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Benzi: “Real Madrid-Man. City? In realtà sfida tra Mou e Mancini”
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