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Biasin su Conte: “Tecnico vincente che dà fastidio. E quelle parole prima di Inter-Juve…”

Il giornalista analizza la vicenda Conte

Matteo Pifferi

Sulle colonne di Libero, Fabrizio Biasin ha commentato così la vicenda relativa alle minacce ricevute da Conte:

"È successa questa cosa che a definirla «fastidiosa» le fai un complimento: tre giorni fa nella (nuovissima, bellissima, modernissima) sede dell’Inter in viale della Liberazione a Milano è arrivata questa busta - ovviamente

anonima, ma con certi fessi non si sa mai - contenente un proiettile. Il testo allegato non contemplava frasi d’amore e, al contrario, minacce di vario genere - alcune dirette a mister Antonio Conte - scritte in un italiano imbarazzante. La faccenda è stata raccontata nell’edizione di ieri del Corriere della Sera, anche se le dinamiche sono state precisate dallo stesso club nerazzurro: la “simpatica” missiva non è stata recapitata direttamente al tecnico pugliese e, quindi, la denuncia non è partita da «casa-Conte», semmai sono stati i responsabili del club ad avviare la “consueta” procedura. Perché consueta? Semplice, la faccenda delle lettere anonime contenenti puttanate varie non è affatto inedita: cosa ci volete fare, il mondo è pieno di fessi e quello del calcio, in Italia, anche di più".

SERVIZIO DI VIGILANZA - "Alla luce del fattaccio il servizio di vigilanza intorno alla sede del club è stato rafforzato. Fine. E, quindi, a sud delle Alpi, va così: un tecnico vincente e da sempre “in prima linea” dà fastidio a qualcuno e si finisce a dover scrivere di rotture che con il pallone che rotola c’entrano nulla. Le stesse “rotture” avranno certamente dato parecchio fastidio all’interessato (sì, Conte), lui che circa un mese fa - era la vigilia di Inter-Juventus - a proposito del suo ritorno in Italia dopo l’esperienza al Chelsea, si era espresso così: «A volte mi chiedo “chi me lo ha fatto fare di tornare in Italia?”. Sarà sempre più difficile trasmettere valori positivi, sono in difficoltà, se continua così sono pronto a dire basta». Ce l’aveva con un certo tipo di “eccessi da tifo” (proprio il giorno di Inter-Juve fuori da San Siro comparve uno striscione da mani nei capelli: «Da Lecce a Bari, da Torino a Milano, sei senza dignità questa è la verità. Antonio Conte uomo di me..a!»), ma anche con chi - giornalisti e affini - troppo spesso tendono a enfatizzare determinate non-notizie".

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