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Biolchi (Sky): “Mazzarri credeva di essere primo allenatore della nuova era. Invece…”

Alessandro Biolchi a Sky Sport 24 ha parlato degli allenatori dell’Inter e anche di Moratti. Queste le sue parole:  “Mourinho disse che Mancini gli aveva lasciato una grande squadra, anche se in momenti di difficoltà disse invece che...

Simona Castellano

Alessandro Biolchi a Sky Sport 24 ha parlato degli allenatori dell'Inter e anche di Moratti. Queste le sue parole: 

"Mourinho disse che Mancini gli aveva lasciato una grande squadra, anche se in momenti di difficoltà disse invece che mentre Mancini dopo la sconfitta contro il Liverpool aveva chiesto di andar via, lui dopo aver perso contro il Manchester organizzò subito una riunione per vincere l'anno dopo. 

Mancini-Benitez? Mancini è stata la scintilla, il momento iniziale di una grandissima Inter, ha costruito. Benitez avrebbe dovuto mantenere e contenere mentre voleva invece cambiare l'Inter di Mourinho. Mancini forgiò l'Inter in cui poi si inserì Mourinho.

Leonardo? Ultimo allenatore che ha scaldato i cuori dei tifosi. Sollevò un ambiente un po' depresso. L'Inter stava andando male in campionato, Benitez non aveva conquistato il cuore dei tifosi. Leonardo ex milanista, molto simpatico agli interisti per il calcio brasiliano. E' stata un'Inter che scaldato i cuori, stadio sempre pieno. Dall'addio di Leonardo sono iniziati problemi.

Gasperini? Pochissimo tempo per dimostrare il suo valore. Avrebbe dovuto adattarsi, voleva cambiare. Primo allenatore dell'era di transizione. Era arrivato con l'idea di costruire un progetto. 

Ranieri? Sapeva che doveva gestire la fine di un ciclo, non gli andò benissimo. 

Stramaccioni? Il jolly. L'Inter era in decadenza da un punto di vista economico, non ci si poteva affidare a un allenatore con grande ingaggio. La sua esperienza magari non era da grandi palcoscenici. Ha scaldato i cuori, ma resta il 3-1 contro la Juve. Aveva una formazione da ricostruire ha avuto oggettive difficoltà. Non poteva iniziare un ciclo, anche se avrebbe voluto farlo. Anche lui di transizione.

Mazzarri? Arrivava da più di un campionato straordinario con il Napoli, aveva tanta esperienza, aveva l'ambizione di allenare una grande piazza senza l'ambizione di grandi acquisti subito. Thohir conferma la scelta di Moratti e la convinzione di Mazzarri era quella di essere il primo allenatore della nuova era. E invece è l'ultimo della transizione.

Mancini? Primo allenatore della nuova era. Una schitarrata in una canzone monocorde. La scelta era probabilmente inevitabile. Thohir ha dato vita a una svolta epocale, necessaria evidentemente in questo periodo. Mancini ha bisogno di una piazza per il rilancio, che non può chiedere quello che chiedeva anni fa. La sua strada allora era in discesa: c'era disponibilità economica. Adesso la situazione è completamente diversa, non credo alle minestre riscaldate. Non c'è più Branca, c'è Fassone, non c'è Combi. Avrà una società che non è più la stessa, ma in un ambiente che riproduce certe situazioni già note. 

Moratti? In pubblico sempre stato molto conciliante con i suoi allenatori. 

Simoni? Mentre ritirava il premio per la panchina d'oro gli arrivava la comunicazione dell'esonero. 

Cuper? C'era una frattura tra lui e Ronaldo. Moratti riteneva che non fosse il responsabile del 5 maggio e quindi fece partire Ronaldo e non Cuper. 

Mazzarri e tifosi? Ha lavorato tanto per l'Inter, l'Inter però è una centrifuga perché ha tifosi che sono buongustai e vogliono che l'allenatore incarni determinati lavori. E' stato protagonista di una stagione difficile all'Inter, è arrivato in un momento di transizione. A freddo troverà anche qualche responsabilità sua, forse non è mai riuscito a interpretare lo spirito dell'Inter e non ha mai trovato un guizzo.