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Boninsegna: “Inter, centrocampo punto debole. Manca un regista. Brozovic non lo è”

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L'ex attaccante nerazzurro analizza le difficoltà della squadra di Inzaghi e ricorda le sue sfide contro il Barcellona

Fabio Alampi

L'Inter si giocherà buona parte delle sue chance di conquistare gli ottavi di finale di Champions League nel doppio confronto con il Barcellona: si comincia in Spagna, martedì sera. Roberto Boninsegna, ex attaccante nerazzurro, andò in gol nella sfida del 1970. Queste le sue parole, affidate a SportWeek: "Per festeggiare, i dirigenti ci portarono a mangiare sulle ramblas. Ristorante elegante, menù à la carte: io presi del pesce, squisito, innaffiato da eccellente vino bianco. Facemmo serata. Il mister, Heriberto Herrera, uno assai severo, ci guardò male tutto il tempo: pensava già alla prossima partita. Ma i "vecchi" del gruppo - Corso, Mazzola, Facchetti, Bellugi... - lo avevano convinto a celebrare come si deve una vittoria indimenticabile".

Stavolta contro il Barcellona come finisce?

"Difficile dire. L'Inter oggi non è una squadra completa, manca di un vero regista, Brozovic non nasce in quel ruolo, è adattato. Però la difesa è solida: Bastoni, Skriniar e de Vrij sono forti fisicamente e perciò difficilmente superabili quando si tratta di fare a spallate in area di rigore. Handanovic è nella fase calante della carriera, ma rimane uno dei migliori che l'Inter abbia mai avuto, sugli esterni Dumfries e uno tra Gosens, Darmian e Dimarco soprattutto spingono molto, e la coppia Lukaku-Lautaro non la cambierei con nessuna al mondo".

Perchè?

"Perchè, presi singolarmente, forse non sono i più forti in assoluto, ma uno accanto all'altro si completano a meraviglia. Lukaku è il punto di riferimento, è quello che dà la profondità. Lautaro è una seconda punta più tecnica, abilissima a girargli intorno, sfruttandone movimenti, sponde, spizzate di testa".

Come valori assoluti, Lewandowski, che proprio il Barcellona ha preso in estate dal Bayern, è più forte?

"Forse, nel confronto con ciascuno degli altri due. Ma, ripeto, da vecchio centravanti dico che una coppia così bene assortita come quella interista non ha eguali in Europa. Il Barcellona ha due mezze ali giovani e di gamba come Pedri e Gabri, e il regista che manca all'Inter, Busquets".

Le attuali difficoltà dell'Inter le spiega con la mancanza di uno che sappia cucire il gioco?

"Non voglio colpevolizzare Brozovic. Il suo lavoro lo fa anche bene, ripeto che però lui nasce come incursore, trequartista quasi, quindi il ruolo attuale non è quello naturale e forse neanche il più congeniale alle sue caratteristiche. Ma è il centrocampo tutto che mi pare il punto debole della squadra. La mia Inter aveva ruoli e mansioni definiti: Bedin o Bertini erano il mediano incontrista, Suarez fungeva da regista, Mazzola da trequartista. Oggi vedo troppi doppioni: Chalanoglu, Mkhitaryan, lo stesso Barella, che pure è molto bravo. Mi sembrano però tutti portati ad attaccare più che a difendere. Ecco, Asllani è un regista vero, ma è anche molto giovane. Puntarci va bene, ma serve pazienza".

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