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Branchini: “Inter, il FFP mette paletti rilevanti. Sarebbe giusto rivederne i principi”

Le parole del noto agente

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, il noto agente Giovanni Branchini ha parlato del Financial Fair Play, commentando il gap formatosi in Serie A a causa di esso.

Giovanni Branchini, il Napoli, le milanesi e le romane come possono ridurre il gap? 

«Non è facile, perché si è creato nel tempo e non può essere colmato in due mesi o azzeccando 2-3 mosse. La fretta è il peggior nemico possibile per chi insegue ed è necessario pure che la Juventus rallenti o sbagli qualche mossa».

Milan, Inter e Roma hanno dovuto fare i conti con i vincoli del Fair Play Finanziario. Un problema in più? 

«Certo. Il Fair Play ti mette dei paletti rilevanti: ti spinge a ricorrere ai giovani, che hanno costi contenuti, e a cedere giocatori importanti».

Le norme dell’Uefa sono troppe severe per le proprietà che vogliono investire? 

«Si parla da tempo di rivedere i principi del Fair Play e probabilmente è giusto farlo. Non dico che certe norme siano severe, ma sono superate dalla realtà. Il Fair Play un effetto positivo l’ha avuto, ma probabilmente oggi le esigenze sono diverse. E anche i TPO, ovvero la possibilità di avere finanziamenti da fondi esterni ai club, devono essere rivisti, corretti, regolamentati e controllati».

La differenza tra la Juve e le altre è anche lo stadio di proprietà. 

«Uno stadio di proprietà garantisce più punti in classifica, ma a livello di ricavi il gap non è eccessivo perché i nostri tifosi spendono meno che in Inghilterra».

Quanto durerà ancora la dittatura bianconera? 

«Il Napoli non è così lontano dalla Juve. Bisogna che le altre azzecchino qualche campione in giovane età e che i bianconeri... frenino».