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Candreva: “Felice perché vesto la maglia di giocatori stratosferici, non sono un…”

L'intervista del giocatore nerazzurro a Inter TV

Sabine Bertagna

Antonio Candreva si è raccontato in una lunga intervista a Inter TV parlando anche della sua vita privata: "Non sono un grande appassionato di musica, ascolto musica italiana. Suonare? No, non sono appassionato e non ho mai provato. Ascolto musica di mattina dopo la colazione e nel tragitto da Appiano al campo. Social? Non sono un grandissimo uomo social. Mi sto introducendo in questo mondo da poco più di un anno. Magari non rispondere a tutti i tifosi, ma interagire con loro e farmi conoscere nella vita privata. Sono goloso. Mi piacciono i dolci. Cucinare? Preferirei sedermi e trovare una bella cena ma faccio il minimo indispensabile. Magari più un secondo. Hobbies? Sono appassionato di paddle. Nel tempo libero era bello andare al cinema, ma adesso il tempo libero è un po' scarso. Serie TV? Sono più da film come Braveheart, Il Gladiatore. I classici filmoni di una volta. Magari tratti da storie vere. Ho un barboncino con cui ho un bellissimo rapporto. Una cagnolina che si chiama Joy. Giornata tipo? Quasi sempre di mattina c'è allenamento, il mio pasto preferito è la colazione e mi sveglio prima della sveglia. Sveglia mai esistita, mi sveglio da solo. Si va al campo, pranziamo qui con un grande chef. Nel pomeriggio adesso che sto per diventare papà per la seconda volta ho commissioni da fare, visite. Le giornate sono piene di impegni così. Essere padre? Il lavoro più difficile al mondo. Sono contento di essere un padre, mi piace farlo, mi piace perdere tempo con i figli e giocarci. Sono fiero. Non ho viaggiato tantissimo, ma alla fine mare come l'ho visto in Sardegna da nessuna parte. A volte lo sottovalutiamo e facciamo cento ore di aereo. Sono andato via di casa a 14 anni. Difficile il primo periodo, per il resto sono stato subito felice. Sono stato benissimo con altri compagni. Gol più bello? Su punizione con la Ternana contro la Lodigiani. Prima partita vista a Terni, facevo il raccattapalle alla prima squadra. Idolo? Non ho avuto il classico poster in camere: mi piacevano i numeri 10, credevo chi dava la palla importante o faceva il sombrero. Se non avessi fatto il calciatore? Facevo una scuola di elettricista, non so che avrei fatto. San Siro? L'inno iniziale fa venire i brividi a qualsiasi persona, bello vedere lo stadio pieno. Sono stato fortunato perché negli ultimi anni era ancora più pieno. Mi reputo fortunato ad avere tutta questa gente al nostro seguito. Tre parole per descrivere San Siro: stupendo, fantastico ed emozionante. L'Inter penso sia stata un'opportunità importantissima nella mia carriera. Sono onorato di vestire questa maglia e questi colori, che hanno vestito giocatori stratosferici. Far parte di questa grande famiglia mi riempie il cuore e sono tra contento di farne parte."

(Inter TV)

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