Tempi duri (si fa per dire) anche per Fabio Capello in terra russa. Il ct più pagato al mondo, 8 milioni di euro a stagione, non vede un rublo da giugno scorso. Niente stipendio, Mosca di denari non ne ha più per lui «L’Unione calcistica russa semplicemente non ha i soldi per il suo salario» ha spiegato Serghiei Stepashin, membro del comitato esecutivo della Federazione russa ed ex presidente della Corte dei conti, che ha ammesso: «È chiaro che non è un bene non pagare l’allenatore della nazionale, ma quando è stato firmato il contratto si doveva pensare a dove attingere. In generale, credo che il pagamento debba basarsi sui risultati, che è considerato un uso efficiente dei fondi». In effetti: sotto la direzione di Capello la Russia ha vinto solo una delle ultime sei partite ufficiali e anche se è arrivata ai mondiali 12 anni dopo l’ultima volta, è uscita subito. Arruolato nel 2012 e appoggiato da un uomo di Putin, il ministro dello Sport Vitaly Mutko, per creare una squadra competitiva per i mondiali russi del 2018, il ct friulano è tornato dal Brasile tra le polemiche ma riconfermato. Anzi strapagato. In Austria per preparare le prossime gare di qualificazione a Euro 2016 senza gli assistenti Cristian Panucci e Massimo Neri (contratto non rinnovato), Capello potrebbe sempre sperare di essere cacciato: gli spetterebbe una buonuscita da 25 milioni di dollari, mica bruscolini.
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Capello, la Federazione russa blocca lo stipendio. Intanto Panucci e Neri salutano
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