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Capello: “Scudetto, l’Inter resta la più forte. Gli addii di Conte e Lukaku…”

Capello: “Scudetto, l’Inter resta la più forte. Gli addii di Conte e Lukaku…”

Le dichiarazioni a Repubblica dell'ex allenatore sulla nuova stagione: si parte domani alle 18.30 con Inter-Genoa

Alessandro Cosattini

A tutto Fabio Capello. In vista dell’inizio della nuova stagione, l’ex allenatore ha parlato a La Repubblica. Ecco i passaggi principali dell’intervista:

 Getty Images

Chi è la favorita per lo scudetto?

«La Juve ritroverà sicurezza, sempre che i calciatori non facciano l’errore di lasciare tutte le responsabilità ad Allegri. L’Inter resta la squadra più forte. Sono stati venduti giocatori importanti, giustamente voluti da Conte, ma l’ossatura sopravvive: stesso portiere, stessa difesa, stesso centrocampo. Dzeko garantisce gol. Dumfries è valido. Inzaghi dovrà spronare il gruppo a dimostrare che il campionato non lo hanno vinto solo Conte e Lukaku».

Nella bagarre per i posti Champions, chi vede favorito?

«Mi aspetto una battaglia totale. Per il Milan, che ha fatto un buon mercato, sarà l’esame di laurea. Non può continuare a fare la bella sorpresa. Diaz, Tonali e Leao, ottimi giocatori, devono crescere davvero».

La Roma per vincere l’ultimo scudetto volle lei in panchina. Con Mourinho, farà lo stesso salto di qualità?

«La città è difficile, ondeggia senza equilibrio fra entusiasmo e depressione. Mourinho è attrezzato per sopportare questa pressione e la proprietà lo sostiene».

Fra Conte e l’Inter le cose sono andate diversamente. Ha fatto bene a lasciare?

«Pretendeva una squadra da Champions, il torneo a cui tutti ambiscono, e che mi appresto a commentare su Sky. Pensava che non l’avrebbe avuta. Il fatto che abbia lasciato dopo uno scudetto non mi stupisce. Presi la stessa decisione dopo cinque anni di Milan».

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Ha perso di più l’Inter con Lukaku o il Milan con Donnarumma?

«Tecnicamente, metto una X. A quei livelli di qualità un portiere vale un centravanti. Ma Donnarumma ha dalla sua l’età e non ha portato un euro al club, quindi fa più male. Un po’ di riconoscenza per chi ti ha cresciuto, aiutando la tua famiglia, è dovuta. Nella gratitudine credo in modo assoluto, quasi esagerato».

Hanno salutato l’Italia anche De Paul, Romero, forse lascerà Vlahovic. Quanto si è indebolita la Serie A?

«Molto, sono andati via quelli che facevano la differenza. Speriamo ne nascano altri. Vediamo se Abraham diventerà il nuovo Lukaku. L’Italia, come dimostrato all’Europeo, sa fare crescere i giocatori e lo confermano le cifre a cui i club italiani li vendono all’estero».

È giusto consentire l’accesso allo stadio solo a chi ha il green pass?

«Certo: vaccino, mascherina e si entra. Ho avuto il Covid in forma molto seria e so cosa vuol dire. Dopo tanti mesi, ancora non ho recuperato del tutto gusto e olfatto, per tacere di altri guai. Infettare il prossimo non può essere un diritto. Trovo invece poco sensata la limitazione della capienza al 50 per cento. Con le giuste precauzioni penso si dovrebbe riaprire completamente».