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Carnevali: “Marotta il mio maestro. Lukaku colpo pazzesco, Juve migliorata più di tutti”

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Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ad del Sassuolo Giovanni Carnevali ha parlato della cessione di Scamacca e anche di Marotta

Andrea Della Sala

Intervistato da Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport, l'ad del Sassuolo Giovanni Carnevali ha parlato della cessione di Scamacca, ma anche anche di tante altre cose:

Puoi consolarti con gli oltre 60 milioni che le due operazioni hanno fruttato.

«Ventidue Boga, 36 più 6 di bonus e il 10 per cento sull’eventuale rivendita per Scamacca. Mi sembra una buona cosa, no? Anche perché il West Ham è una società di vendite».

Marotta, l’incontro della carriera.

«Ero riuscito a vendere tutti i giocatori della Milanese tranne uno. Due al Milan, uno all’Inter e così via. Beppe ne aveva presi un paio, io gli segnalai che il più forte era proprio l’invenduto. Fui talmente persuasivo da convincerlo ad accollarsi anche quello. Curiosamente l’unico finito in serie A, Fabio Cinetti. Cinque presenze all’Inter, poi Torino, Chievo eccetera...».

Ti ricordo giovanissimo in Costa Smeralda insieme a Arrigo Sacchi, Giorgio Vitali, Ricky Sogliano, Ariedo Braida, Oscar Damiani.

«Un gruppo di amici, uscivamo spesso insieme, a Milano. Io il più giovane, tacevo, ascoltavo, assorbivo. Insomma, imparavo. Sì, Marotta è stato il mio maestro, già a fine anni 80 aveva una visione che non era limitata al campo e al mercato».

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Qualcuno, proprio nell’occasione sarda, raccontò di aver visto Sacchi ballare sui tavoli.

«Arrigo amava la bella vita e anche ballare, ma si è sempre trattenuto. Mai sui tavoli. Era già Sacchi, vinceva le coppe... Crescere accanto a Marotta è stato molto formativo, io ero una specie di team manager, ma mi occupavo anche di altro. In quegli anni conobbi pure Galliani, eravamo un po’ tutti monzesi, tra originali e per elezione. Pavia, Como, Ravenna e nel ’96, investendo sugli studi che avevo fatto, fondai Master Group Sport, allargando le mie conoscenze. Grazie a questa società, occupandomi di comunicazione, fui contattato dalla signora Squinzi, Adriana, che mi propose il Sassuolo. Non sapevo neanche dove fosse, Sassuolo, e all’inizio presi tempo. Quando si presentò il patron non seppi dirgli di no, era impossibile negarsi a Squinzi. Il giorno che entrai in sede mi resi conto che c’era tutto da fare».

Tra i tanti giocatori che sono passati da Sassuolo chi non ha rispettato le attese?

«Vrsaljko ha fatto bene ma non tanto quanto mi aspettassi. E poi Sensi, tanta qualità e sensibilità. Purtroppo Stefano è stato frenato dagli infortuni. Spero che a Monza ritrovi una condizione atletica che gli permetta di esprimere il suo calcio».

Questa sessione all’insegna del compro soltanto se prima vendo ha cambiato i valori del campionato?

«La Juve è quella che è migliorata di più, l’Inter se non perde Skriniar parte alla pari, Lukaku un colpo pazzesco. Le altre sono dietro, anche se il Milan può confermarsi. C’è molto entusiasmo a Roma dopo l’arrivo di Dybala, siamo nel periodo in cui tutti si sentono più forti».

Ti dichiarasti tradito dai superleghisti.

«Sorpreso e tradito. Non credo alla Superlega nei modi in cui l’avevano progettata. Per prima cosa deve esserci un sistema meritocratico, tutti devono avere la possibilità di partecipare. Secondo me nel lungo periodo, magari sotto il cappello dell’Uefa e tenendo presente il merito sportivo, si arriverà a qualcosa di simile. Il calcio europeo sta fronteggiando una grande crisi economica e teniamo conto che la Premier è diventata una sorta di Nba del calcio. In futuro bisognerà cambiare per avere un presente».

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